bevande
20 Novembre 2014
Pub Uk in fermento. Martedì i legislatori britannici hanno votato per liberalizzare il rifornimento di birra da parte dei gestori di locali che affittano, in una sorta di franchising, i pub dalle grandi aziende del settore.
La norma prevede che i pub, perlopiù di proprietà di grandi catene, acquistino la loro birra direttamente dalle aziende che li possiedono. Quasi la metà dei 50mila locali britannici sono condotti proprio con questa tipologia di contratti. Attraverso gli accordi "beer-ties", l'affittuario s'impegna all'acquisto della materia prima - anche a prezzi superiori al mercato - in cambio di canoni agevolati o altri benefit. A loro volta, le catene proprietarie dei pub possono essere in prima persona produttori di birra, oppure fanno da intermediario e acquistano sul canale wholesale per poi vendere ai loro pub.
Molti locatari si sono lamentati di questo trattamento "ingiusto", sottolineando come a loro rimanesse un margine troppo esiguo di guadagno. Ora, alla House of Commons, è passato un emendamento che per 284 voti a 259 ha battuto anche le intenzioni del governo: deve ancora passare dalla Camera dei Lords per diventare legge, ma è un tassello a favore degli affittuari dei pub. Questi, in base alla disposizione, potrebbero andare ad acquistare la birra direttamente sul mercato, evitando il rapporto con i proprietari dei loro locali e cercando quindi di spuntare prezzi più vantaggiosi.
Una evenienza che ha fatto schiantare le quotazioni di aziende come Enterprise Inns e Punch Taverns (la prima ha sotto il suo cappello ben 5.300 locali). Secondo la British Beer and Pub Association, che già denuncia la fragilità di un sistema che avanza a un ritmo di 31 chiusure di pub a settimana, questa nuova norma - se diverrà legge - potrebbe portare a far scendere le saracinesche su altre 1.400 realtà con la perdita di 7mila posti di lavoro.
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