arredamento
26 Marzo 2021Per Pedrali il 2021 segna uno speciale anniversario: dieci anni della collezione Ara, disegnata da Jorge Pensi. Una seduta realizzata in polipropilene e caratterizzata da un linguaggio formale ed equilibrato, resa unica dalla caratteristica maniglia posta all’estremità dello schienale. Una collezione di successo nata in modo quasi naturale e spontaneo, seduti al tavolino di un bar dell’aeroporto, come racconta Jorge Pensi: “nel 2011 mi sono recato con Diego, uno dei miei collaboratori, nello showroom di Pedrali per discutere con Giuseppe di un nuovo progetto. Il briefing che mi era stato dato riguardava una sedia monoblocco in polipropilene, con e senza braccioli. Una volta giunti in aeroporto per fare ritorno a Barcellona, il volo era in ritardo e così, durante l’attesa, seduto in un bar, ho disegnato Ara su un tovagliolo di carta. E nel preciso momento in cui l’ho disegnata ho subito pensato che la maniglia dovesse diventare il suo elemento distintivo in modo da connotarla rendendola sempre attuale”.
A distanza di dieci anni, Ara si configura come uno dei prodotti più rappresentativi di Pedrali, scelta da architetti e interior designer di tutto il mondo per essere inserita all’interno dei propri progetti home e contract. “Suppongo che Ara sia ancora un prodotto attuale grazie alle sue forme neutre, al suo eccellente comfort e alla qualità del materiale in cui è realizzata, oltre che per merito del suo elemento peculiare” – spiega il designer. La maniglia posteriore è infatti diventata il tratto distintivo della collezione, rendendola al contempo stilisticamente riconoscibile e facile da movimentare, con naturalezza ed eleganza.
Jorge Pensi nasce nel 1946 a Buenos Aires, città dove intraprende e completa gli studi di architettura. Lascia l’Argentina nel 1975, sognando nuovi orizzonti e pronto ad affrontare nuove sfide. Dopo aver attraversato l’oceano si stabilisce a Barcellona e nel 1984 fonda lo studio Jorge Pensi Design. La collaborazione con Pedrali è iniziata nel 2008 con il tavolo Ypsilon, mentre Ara è stata la prima seduta che ha realizzato per l’azienda. “Ara è una seduta monoblocco in polipropilene stampato a iniezione. Abbiamo deciso di utilizzare questo materiale proprio per poterla realizzare in un unico pezzo” – rivela il designer, continuando poi nel racconto – “generalmente, essendo posta sotto il tavolo, la prima cosa che si nota di una sedia è la parte posteriore. Così abbiamo deciso che lo schienale dovesse necessariamente essere elegante ponendo in risalto la maniglia e celando al contempo alla vista la possibilità di impilarla”.
La collezione comprende una sedia, una poltrona e una lounge, presentata qualche anno dopo, nel 2015. Come racconta Jorge Pensi, “la versione lounge presenta le stesse caratteristiche della collezione ma consente nuove possibilità di utilizzo: può infatti essere inserita in salotti residenziali o in spazi esterni. La forma e le caratteristiche di Ara permettono un uso ottimale sia in ambienti outdoor che indoor, così come in spazi residenziali o destinati alla collettività”.
A sottolineare la popolarità di questa seduta sono le numerose realizzazioni e progetti all’interno dei quali è stata specificata. Ara è entrata a far parte della Starfiel Library di Seoul, una delle più belle biblioteche al mondo dove sono raccolti volumi e riviste provenienti da tutto il globo, situata all’interno del più grande mall del continente asiatico. Ara è stata scelta per arredare anche altri spazi, tra cui il chiostro esterno del Convento della Ripa ad Albino, luogo di grande suggestione architettonica e storica, il cortile del Primo Restaurant a Lecce, dove gli ospiti possono gustare una cena in un ambiente intimo e ricco di charme, o le terrazze private degli chalet del Whitepod Eco-Luxury Hotel, nel cuore delle alpi svizzere. Le poltrone lounge hanno inoltre vestito le vie di Città Alta a Bergamo in occasione della kermesse internazionale “I Maestri del Paesaggio”.
“È emozionante quando viaggiando per il mondo trovo prodotti che sono nati nel nostro studio, vedere che la gente li ha scelti, che li usa. In quei momenti senti che il tuo lavoro ha un senso e ti incoraggia a proseguire il cammino” – conclude il designer.
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