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BEVERAGE & GROCERY
OSSERVATORIO BEVERAGE
Esempi virtuosi
Ocean Spray, Country Time, Kool-
Aid, V8 Splash,... ad esempio,
sono alcune delle marche celebri
negli USA che hanno scelto il
co-marketing con l’isreliana Soda-
Stream. Quest’azienda dalla storia
complessa e travagliata, che ha ca-
valcato da decenni un’innovazione
forse troppo prematura, oggi sem-
bra avere imboccato finalmente la
strada del successo.
Offre più di 100 tipi di sciroppi
concentrati da utilizzare con i suoi
apparecchi, e un assortimento che
spazia in tutte le direzioni prece-
dentemente esplorate: dai té agli
energy-drink, dai cocktail mixer
alle formule dietetiche; insomma,
pare aver conquistato un solido
posizionamento.
Ovviamente, il leader di mercato
che inventò il concetto un secolo
fa, Coca-Cola, non poteva non
reagire alla minaccia e astenersi
dalla nuova competizione.
Dunque, attorno al suo marchio
Dasani (già marchio dell’acqua
del colosso di Atlanta) si è svi-
luppata una imponente, capillare
campagna di marketing. In paral-
lelo l’arcirivale Pepsico ha rispo-
sto contrapponendo l’extension-
line di Aquafina.
Dubbi e obiezioni
Naturalmente, come sempre, esiste
anche un lato controverso di queste
innovazioni di prodotto. Le accuse
più frequenti sollevate da “consu-
meristi” e “salutisti” riguardano la
salubrità dei dolcificanti utilizzati
negli sciroppi da un lato, e del lo-
ro contenuto zuccherino dal lato
opposto.
Inoltre nel casodegli enhancer vita-
minizzati se nemette indiscussione
l’ipotetica efficacia.
Le accuse più frequenti riguardano
la salubrità dei dolcificanti usati negli
sciroppi e il loro contenuto zuccherino
La questione è facilmente inqua-
drabile. In primo luogo la formu-
lazione concentrata del prodotto
evoca nell’immaginario collettivo
l’idea di “pozione magica” dalle
dubbie proprietà, ma come insegna il
principio di base della tossicologia
tutto dipende dalla “dose”.
Aspartame, acesulphame, sucra-
lose, ecc. sono presenti in molti altri
prodotti e dunque è probabilmente
l’accumulo delle dosi che può su-
scitare preoccupazione, non l’uso
specifico di un prodotto. Viceversa,
l’accusa di inefficacia delle vitamine
troppo rarefatte rispetto al claim di
alcuni marchi, riprende esattamente
e in senso opposto il concetto di atos-
sicità dei dolcificanti!
Il futuro degli enhancer però non
dipenderà da queste critiche, quanto
piuttosto da altri fattori: la varietà
dei gusti più facilmente estendibile
che non quella dei ready-to-drink,
la penetrazione delle enhaced wa-
ter, le super-acque modificate, ma
anche dal prezzo che, al momento
non segna un chiaro, indiscutibile
vantaggio a loro favore. In conclu-
sione, non mancherà di stupire la
constatazione di come, a tale distanza
di tempo, l’intuizione visionaria del
“buon vecchio” Asa si stia realiz-
zando in forma così capillare.
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