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BEVERAGE & GROCERY
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al bronzo e surgelata destinata al
canaleHoreca. «Èun processo che
coinvolge molte fasi e molti ruoli
aziendali. Bisogna intervenire
sull’acquisto delle materie prime
(abbiamo cambiato i fornitori),
alla preparazione delle macchine,
fino alla pianificazione delle lavo-
razioni per evitare contaminazioni
con ingredienti proibiti».
«Inoltre èmolto importante tenere
presente il profondo significato
etico e religioso di questo tipo di
processo e l’importanza di far
nascere negli operatori un nuovo
tipo di attenzione e sensibilità nei
confronti di questa particolare
produzione» precisa Alessandro
Valerio di Rigamonti.
La certificazione halal si rivolge
soprattutto alle aziende dei com-
parti food, cosmesi e farmaceutica
oltre che ai servizi di hospitality.
«Oltre all’ambito dei prodotti a ba-
se carne, rileviamo una significati-
va crescita di richieste dal settore
lattiero-caseario, paste ripiene e
ingredienti per l’industria agroali-
mentare» spiega Distefano. Ulti-
mamente ha completato il percorso
di certificazione anche un’azienda
di acque minerali, la Ferrarelle.
A prima vista è difficile capire
come un’acqua minerale possa
non essere halal, e quindi perché
dovrebbe sentire il bisognodi certi-
ficarsi,ma l’esigenzaha inveceuna
sua ragion d’essere, come spiega
Giuseppe Dadà, Direttore Qualità
di Ferrarelle. «Il prodotto acqua
in sé è puro, e naturalmente halal.
La questione piuttosto riguarda
in primo luogo il processo di pro-
duzione, in cui bisogna verificare
che i grassi di lubrificazione degli
impianti non entrino in contatto
con l’acqua o, nel caso che ciò av-
venga, che non contengano grassi
di origine animale, e in secondo
luogo il packaging, perché anche
la plastica, soprattutto quella dei
tappi, può contenere sostanze di
origine animale. Si tratta quindi
di ottenere dal produttore e dai
suoi fornitori di materia prima la
garanzia dell’assenza di sostanze
di origine animale».
Il percorso di certificazione è abba-
stanza articolato. «Si tratta prima
di tutto di valutare la fattibilità del
progetto attraverso una pre-ispe-
zione - racconta Distefano - quindi
di formare il personale sui requisiti
e le possibilità relative a tale certifi-
cazione. Successivamente si lavora
sull’analisi documentale del pro-
dotto, materiali di confezionamento
compresi, per prepararsi efficace-
mente all’audit di certificazione.
Se l’esito è positivo o se eventuali
non conformità sono state risolte
viene emesso il certificato.
Periodicamente poi l’azienda si
sottopone a visite di controllo o
mantenimento».
«Ottenere l’accreditamento non è
una passeggiata», sostiene Denis
Cecchetti, Amministratore unico di
Canuti Tradizione Italiana, l’azien-
da di pasta fresca all’uovo trafilata
È molto importante far nascere negli
operatori un nuovo tipo di sensibilità
verso questa particolare produzione
600 mld
il fatturato
mondiale
dell’Halal nel
segmento Food
& Beverage
15%
tasso di crescita
annuo del giro
d’affari del
mercato Halal
2 mld
i musulmani
nel mondo
Denis Cecchetti,
amministratore unico di Canuti
Alessandro Valerio,
responsabile R&S Rigamonti
Oggi i prodotti con certificazione halal
vengono immessi principalmente su
mercati esteri
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