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12 Settembre 2022
“Il momento è assai delicato – spiega Anna Cane, presidente del Gruppo olio di oliva dell’Associazione – le conseguenze del caro energia e del cambiamento climatico stanno danneggiando fortemente il settore”.
La campagna olearia, ormai imminente, sarà di scarica, quindi con una produzione inferiore, e dovrà scontare mesi di clima estremo: prima il caldo desertico a partire da maggio, poi una serie di nubifragi in agosto. Tuttavia manca ancora più di un mese alla raccolta e molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche di settembre che, se favorevoli, potrebbero compensare in parte gli effetti nefasti delle alte temperature e, al momento della frangitura, dalle rese effettive.
Secondo le prime stime, in Italia si prevede una produzione intorno alle 250mila tonnellate d’olio d’oliva, in calo di quasi il 20% rispetto alla precedente campagna. Ben lontano dal fabbisogno del comparto che, tra mercato nazionale ed export, ammonta a circa 1 milione di tonnellate. Alla campagna di scarica e al clima imprevedibile, si deve aggiungere l’impennata dei costi energetici, ormai inarrestabile, e l’aumento di carta e vetro, essenziali per il packaging.
“Si parla tanto di sostenibilità, che però non è solo ambientale, ma è anche sociale ed economica – sottolinea la presidente degli imprenditori. Anche l’industria olearia deve sobbarcarsi bollette pesanti. L’energia è divenuta un costo insostenibile non soltanto per le imprese, ma per l’intera filiera”.
Olivicoltori e frantoiani, infatti, sono costretti a fronteggiare l’incremento dell’elettricità, i cui costi sono quintuplicati. Insomma, i presupposti per una campagna olearia difficile ci sono tutti.
“Il nostro settore, da sempre a bassa marginalità, è impegnato da mesi nel contenimento delle spese di gestione – afferma Anna Cane - ora, però, le aziende non riescono più a fermare la continua ondata di aumenti. Evitare che i rincari su energia e materie prime si riflettano sul prezzo finale, seppure in minima parte, è quasi impossibile. Sarebbe opportuno, oggi più che mai “il riposizionamento dei prezzi dell’extra vergine e dell’olio d’oliva, ridisegnato grazie ad una stretta collaborazione con la Grande Distribuzione”.
Per tutte queste ragioni, ASSITOL invoca l’intervento urgente alle istituzioni. “Chiediamo al Governo di sostenere il nostro settore attraverso il Dl aiuti bis, alleggerendo le bollette energetiche delle imprese, come stanno già facendo Paesi UE come Francia e Spagna, nostri competitors. In questo modo si difende anche il carrello della spesa degli italiani, nella sua componente più salutare e tradizionale. Rischiare che il consumatore penalizzi ulteriormente l’acquisto dell’olio d’oliva vuol dire non tutelare la Dieta Mediterranea”.
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