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15 Giugno 2022Per quanto piccola e inospitale, i due governi se la sono contesa per cinquant’anni, fino alla risoluzione avvenuta martedì, che ha portato le parti in causa a dividersi a metà il territorio - il centro alla Danimarca e i confini al Canada. L’accordo è stato suggellato da uno scambio di liquori, in virtù dei metodi poco ortodossi con cui si è condotto il contendere. Ancora si attende l’approvazione del parlamento danese.
La cosiddetta ‘guerra del whisky’ si è svolta interamente tra dispetti e trovate di natura non prettamente militare. Affrontando coraggiosamente condizioni climatiche piuttosto sfavorevoli, interi contingenti si sono sfidati a colpi di alcolici nei pochi chilometri quadrati (1,2) dell’Isola di Hans.
Tutto iniziò nel 1973. Canada e Danimarca dovevano risolvere alcune dispute sui loro confini: si era discusso in particolare di una divisione che avrebbe attraversato lo stretto di Nares, dove si trova l’isola di Hans. Ma senza una soluzione, poiché l’isola dista meno di 12 miglia da entrambe le sponde, impedendo di attribuire in modo definito i limiti delle acque territoriali.
La situazione si sbloccò solo nel 1984, quando il Canada fece sbarcare alcune truppe sul piccolo scoglio, piantando nella terra appena conquistata una bandiera e una bottiglia di whisky canadese. Settimane dopo il ministro danese per gli Affari della Groenlandia rispose all’offensiva partendo per l’isola, dove sostituì i vessilli nemici con bandiera danese e una bottiglia di schnapps, la tradizionale grappa di Copenaghen. Lasciando in più un biglietto di scherno: “Benvenuti sull’isola danese”. A questo atto seguirono altre analoghe risposte da una parte e dall’altra, durate fino a settimana scorsa.
Queste difficili manovre, a giudicare dalla natura del luogo, potrebbero essere considerate sproporzionate: l'isola è poco estesa, la sua superficie rocciosa e inabitabile. Forse una motivazione va vista nelle sue potenzialità di rotta per il mare del Nord, di confine con l'Europa per il Canada o di punto di estrazione (anche se risulta piuttosto difficile pensare che possa svolgere concretamente queste funzioni). Quel che sappiamo per certo è che la guerra del whisky ci ha fornito un esempio di battaglia molto più pacifica e spensierata di quanto non siamo abituati.
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A cura di Matteo Cioffi
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