pubblici esercizi
17 Gennaio 2022
“Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata”. E' questo l'incipit del nuovo allarme lanciato da Fipe che sottolinea come, nel bel mezzo della partita per l'elezione del Presidente della Repubblica, "migliaia di imprese del turismo, della ristorazione e dei pubblici esercizi rischiano di non farcela, trascinando con loro migliaia di lavoratori e l’indotto della filiera".
In queste settimane - prosegue l'associazione che fa capo a Confcommercio - si sta componendo la “tempesta perfetta” per le imprese del settore, già indebolite da due anni di pandemia e incertezza. "Il nuovo aggravarsi della situazione pandemica ha infatti inibito i flussi, turistici e lavorativi, e insieme ha ulteriormente sconquassato la situazione del mercato del lavoro, anche a causa di quarantene e continue malattie. A questo si aggiunga il processo inflattivo che nasce dall’aumento dei costi di produzione, che risente dell’aumento dell’energia e delle materie prime".
D'altronde, diceva sola poche settimane fa Fipe-Confcommercio, negli ultimi due anni i consumi nella ristorazione erano già calati di 56 miliardi di euro, 45mila imprese sono scomparse, altre centinaia di migliaia di realtà hanno contratto debiti per far fronte alla crisi e 300mila lavoratori hanno perduto il proprio impiego.
“Dopo un dicembre ed un inizio anno disastroso, la situazione sta degenerando velocemente - aggiunge il presidente Lino Stoppani – La lista delle urgenze è lunga, dalle criticità che vive il mondo della ristorazione, soprattutto nei centri storici, alle prolungate difficoltà delle aziende di catering e banqueting, ferme per la mancanza di eventi. Dall’inattività delle mense, per il ricorso allo smart working, alle montagne russe che vive la ristorazione commerciale negli aeroporti e negli snodi turistici. Per non parlare delle discoteche, unica categoria ad essere ancora chiusa senza appello".
E conclude: "Bisogna intervenire subito, sostenendo queste imprese con la proroga della Cassa Integrazione Covid e delle moratorie bancarie oltre che con sostegni economici proporzionati agli ingenti danni subiti. Non stiamo chiedendo aiuti a pioggia, se il problema sono le risorse si selezioni l’accesso alla Cassa Integrazione, alle moratorie e agli altri incentivi sulla base della reale perdita di fatturato, ma è preoccupante registrare oggi la mancanza di attenzione rispetto a questi temi”.
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