bevande
26 Maggio 2022
Diversificazione dell’offerta e incremento della penetrazione sono le due strategie che le aziende devono mettere in atto per stimolare la domanda dei contorni vegetali, cavalcando anche i contenuti valoriali in termini di benessere attribuiti a ortofrutta e legumi.
Lo dicono i risultati che emergono dall’indagine Gfk - "Contorni vegetali. Nuovi consumatori, nuovi consumi" - realizzata su un panel di 15mila famiglie, secondo cui il target più rilevante per questo segmento è composto prevalentemente dalla popolazione matura, dai 55 anni in su, che copre oltre il 50% degli acquisti a valore (ai minori di 34 anni, invece, è riconducibile solo il 6,7% degli acquisti).
Analizzando le tendenze del consumo in generale, si può dire che i consumatori hanno nuovi bisogni e sono molto propensi a farsi stimolare da un’offerta diversificata e dalle novità. A ciò va associata la ricerca di benessere che nel cibo si traduce nell’interesse per il biologico, il plant based e al mondo del free from. “Tra le tendenze in atto tra gli italiani – spiega Marco Pellizzoni, GfK Italy consumer panel commercial director – si afferma sempre più il “riduzionismo” ossia un comportamento di consumo volto alla riduzione dell’assunzione di carne che riguarda il 47% delle famiglie al cui interno troviamo almeno un componente con questo orientamento".
Decisamente più di nicchia la presenza di vegani (4%) e vegetariani (9%) anche se comunque importante. "Troviamo anche nel fuori casa, secondo il tracking continuativo OOH Shopper Tracker realizzato sul Consumer Panel GfK, forte riscontro alle soluzioni vegetali di qualsiasi tipo: il 39% dei 60 milioni di Italiani di qualsiasi età ha consumato almeno una volta insalate nell’away from home da aprile a dicembre 2021, il 34% frutta fresca, il 16% frullati o centrifugati, il 14% frutta secca, l’8% bevande vegetali sostitutive del latte”, aggiunge Pellizzoni.
Altro tema a cui gli italiani si dichiarano molto sensibili è la sostenibilità: dal panel Gfk il 26% delle famiglie si dice eco-attiva, contro il 23% del 2020, cioè si fa guidare nelle scelte d’acquisto dalla sostenibilità del prodotto. Fattore che viene associato all’origine italiana per il 72% dei consumatori. Nel mondo dei vegetali la percentuale a valore sviluppata dagli eco-attivi è il 28% nei legumi secchi e cereali, il 27% nelle conserve vegetali e il 24% nella verdura fresca a peso fisso.
“I brand – conclude Pellizzoni – che vogliono crescere in questo comparto devono puntare ad aumentare la penetrazione, senza necessariamente fidelizzare il consumatore, ampliando la gamma dei prodotti e innovando in linea con i nuovi bisogni di benessere, sostenibilità e origine”.
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