attualità
26 Ottobre 2023
La Commissione Ambiente dell'Europarlamento ha approvato il rapporto (Packaging and Packaging Waste Regulation) sulla riduzione dei rifiuti da imballaggio, che prevede il divieto di utilizzo di confezioni monouso per frutta e verdura sotto 1 kg. Il vino è invece l’unica bevanda alcolica fuori dai vincoli previsti dal nuovo regolamento che ridefinisce i target di riuso per i vari materiali utilizzati tra cui il vetro.
La proposta di regolamento in esame, che stabilisce i requisiti per l’intero ciclo di vita dell’imballaggio, dalle materie prime allo smaltimento finale e avanzata a novembre 2022 dalla Commissione europea, premia il riuso a discapito del riciclo ed è volta a ridurre i rifiuti di imballaggio con una maggiore attenzione al mondo della plastica, dove la riduzione dovrà essere del 10% entro il 2030, del 15% entro il 2035 e del 20% entro il 2040. Un provvedimento necessario se si pensa che, per la Commissione europea, in media, ogni europeo produce quasi 180 kg di rifiuti di imballaggio all’anno e che, negli ultimi 10, questi rifiuti sono aumentati di oltre il 20%.
Fra un mese la proposta passerà alla votazione da parte dell'Assemblea plenaria per poi iniziare i negoziati finali con il Consiglio Ue. I vari imballaggi dovranno diventare perlopiù riutilizzabili. Per quanto riguarda il settore horeca, i distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore ristorazione dovranno offrire ai consumatori la possibilità di portare il proprio contenitore.
LA PREOCCUPAZIONE DELL’ITALIA
Se a molti Paesi, ad esempio la Germania, questa proposta piace per l'idea di puntare fortemente sul riuso e il recupero di materiali all'Italia, attentissima al riciclo, l'idea di un nuovo cambio delle regole che porterebbero svantaggi a commercio e associazioni di categoria non piacciono per niente.
“Il voto in Commissione Ambiente conferma le nostre preoccupazioni: si continua ad andare verso un sistema che non valorizza il modello vincente italiano, ma che lo mette a rischio. Continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi comunitarie per difendere le ragioni di una filiera innovativa, che supera i target Ue con diversi anni di anticipo, che dà lavoro tutelando l’ambiente e affermando i più avanzati principi dell’economia circolare”, dichiara il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto.
Il nostro Paese, per dirne una, può vantare nel riciclo del vetro un’eccellenza, con un tasso di recupero pari all’80,8% nel 2022, che già supera i target europei fissati per il 2030.
IL SETTORE VINO “ESULTA”, MA SI TEME L'IMPATTO SU APERITIVI E AMARI
“Un voto in chiaroscuro quello sugli imballaggi: se i vini, grazie al fondamentale lavoro condotto dalla delegazione italiana, possono finalmente tirare un sospiro di sollievo, è ancora tanto il lavoro da fare per scongiurare l’impatto estremamente oneroso che il riuso potrebbe determinare per il comparto degli aperitivi, amari, liquori e distillati italiani”, commenta la presidente di Federvini Micaela Pallini.
“Come Federvini siamo determinati a proseguire con fermezza in tutte le sedi istituzionali gli sforzi per tutelare le nostre imprese e auspichiamo che possa esservi una revisione nel voto già in occasione dell’Assemblea plenaria del Parlamento europeo previsto in novembre”, aggiunge Pallini.
Se l’esclusione dei vini dal perimetro dell’obbligo di riuso ha rappresentato dunque un importante traguardo per il settore vitivinicolo italiano, un emendamento a firma della relatrice Ries ha stabilito che le bevande spiritose e i prodotti vitivinicoli aromatizzati siano ricompresi nel vincolo. Una decisione che non tiene in considerazione fino in fondo le caratteristiche degli aperitivi, amari, liquori, distillati e vermut italiani, i quali, al pari dei vini, impiegano bottiglie di vetro – riciclabili al 100% – prodotte ricorrendo sempre più a moderne tecnologie che hanno permesso di ridurre negli ultimi trent’anni di oltre il 30% il peso e una quota crescente di materia prima seconda.
“Uno sforzo significativo per l’industria italiana che ora rischia di essere mortificato da questa votazione che stabilisce il principio di obbligatorietà al riuso per gli spiriti e i vini aromatizzati, prodotti caratterizzati da una marcata propensione all’export, una bassa rotazione e il cui imballaggio è veicolo di differenziazione e di identità dell’azienda, della storia del territorio di provenienza, di tradizioni, cultura e valori. Una misura, questa, che avrà delle ricadute significative anche in termini logistici e operativi, causando ripercussioni serie sulle prospettive di un comparto che vale oltre 6 miliardi di euro”, conclude la presidente.
Dopo l’esenzione delle bottiglie di vino dagli obiettivi di riutilizzo obbligatorio e l’attenzione alla specificità dei prodotti a IG sugli obblighi di minimizzazione degli imballaggi, commenta Uiv, “si auspica un maggiore sostegno e incentivo alle iniziative volontarie e alle soluzioni di etichettatura digitale come mezzo efficace per fornire ai consumatori informazioni specifiche sull'imballaggio e sul riciclo dei prodotti. Il vino è l’unica bevanda alcolica fuori dai vincoli previsti dalla riforma della normativa Ue sugli imballaggi”.
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