attualità
21 Dicembre 2022
“Il quadro è drammatico e il governo deve intervenire”. E' l’allarme lanciato da Carlo Scarsciotti, presidente dell’associazione della ristorazione collettiva Angem legata a Fipe Confcommercio, riguardo la situazione ormai insostenibile in cui versano le imprese che lavorano con il servizio mense nelle scuole, negli ospedali e nelle Rsa.
Il colpo di grazia al settore arriva dall’inflazione, dal caro energia e dall’impennata dei costi delle materie prime alimentari (+23%), tutti fattori ormai fuori controllo per un comparto, quello della ristorazione collettiva, che conta circa 92mila lavoratori di cui l’80% donne. A soffrire di più sono le realtà che hanno siglato i contratti di appalto – con prezzi fissi e non modificabili – nel pre-pandemia e prima dell’entrata in vigore del decreto Sostegni Ter, Provvedimento che invece impone alle stazioni appaltanti di inserire nei bandi di gara clausole per la revisione dei prezzi, oggi però ancora carenti e mal applicate.
“Il nostro settore possiamo definirlo energivoro, abbiamo centri cottura importanti e l’aumento delle bollette è pesante – spiega Scarsciotti – Le nostre imprese nel 2022 spenderanno 346 milioni di euro in più rispetto al 2020. Altro tema centrale è quello che riguarda le derrate alimentari e in particolare modo i prodotti della filiera biologica, o molto onerosi o difficili da reperire, perché quelle poche disponibilità che ci sono vanno in prima battuta su settori price premium e alla grande distribuzione organizzata”.
Inflazione, il costo per preparare un piatto è aumentato del 55%
Attualmente la preparazione di un piatto servito in mensa comporta un costo del +55%, su un prezzo medio a livello nazionale di 4,50 euro. “Considerato che il 75% dei contratti di appalto sono stati siglati prima dell’entrata in vigore del decreto Sostegni Ter è chiaro che il settore delle mense sta lavorando in perdita e rischia di esplodere e sparire – aggiunge il presidente di Angem – Parliamo di un servizio di interesse pubblico essenziale (ogni anno vengono serviti oltre 760 milioni di pasti all’interno di scuole, ospedali e centri di assistenza, ndr) e non vogliamo in alcun modo penalizzare le famiglie: ad oggi 5 milioni di bambini, anziani e degenti rischiano di non avere più un pasto. Inoltre, la percentuale di chi ha sottoscritto i contratti dopo il Sostegni Ter vive nel limbo delle decisioni delle stazioni appaltanti, libere di dettare le condizioni contrattuali che preferisce”.
Scarsciotti: “Servono finanziamenti canalizzati agli enti locali”
L’incontro di Angem e Fipe con il governo è costante, ma la momento fatti concreti non se ne vedono. “Siamo di fronte a una situazione inaccettabile. Sono necessari, urgentemente, finanziamenti canalizzati agli enti locali, in modo tale da concedere la revisione dei prezzi per le nostre aziende e non accollare gli aumenti alle famiglie. Senza questi fondi, che vanno a compensare gli extra costi, non usciamo da questo scenario drammatico. In tutto ciò, ovviamente, è indispensabile dare alle stazioni appaltanti una linea di indirizzo univoca, con l’obiettivo di valorizzare e ridare fiato alle migliaia di aziende del comparto”, prosegue Scarsciotti.
Qui il link alla campagna Angem-Fipe lanciata sui social media per sensibilizzare governo (e utenti) sulle condizioni in cui versa il comparto mense e richiedere un pronto intervento.
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