pubblici esercizi
28 Luglio 2021
Una rinnovata voglia di tornare in vacanza con la propria famiglia caratterizza l’estate 2021. L’analisi di Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi
Con un neo, però: la sensazione di ripresa non si avverte ancora nelle città d’arte e nelle altre mete tradizionali dei turisti stranieri. Basti considerare che nei primi mesi del 2021 a Venezia, Roma e Firenze il tasso di occupazione delle camere è crollato di oltre il 70% rispetto al 2019 (dati STR)
Non tradiranno la preferenza per le località di mare – emerge dall’indagine - viaggeranno principalmente in Italia preferendo l’auto come mezzo di trasporto, privilegeranno l’albergo come sistemazione per le ferie (primo in classifica con il 25,2% delle preferenze), non rinunceranno a serate al ristorante o in casa di amici ma non sembrano bramosi di notti in discoteca (ancora chiuse, tra l’altro) per paura dei contagi.
Una graduale ripresa, incentivata senza dubbio dalla campagna vaccinale, che per Bocca è da valutare come una strategia significativa: “Con la percentuale sempre crescente di vaccinati, la paura di nuovi contagi sembra infatti diminuire rispetto allo scorso anno, malgrado il manifestarsi delle nuove varianti”.
“Le ultime norme sul green pass - non può evitare di constatare Bocca- hanno generato qualche incertezza che potrebbe ripercuotersi sull’andamento della stagione in corso. A fronte di queste impreviste restrizioni che prevedrebbero il controllo della certificazione verde nei ristoranti interni all’hotel anche per gli alloggiati, si teme che vi possano essere cancellazioni. Ricordiamo che gli albergatori hanno già posto in essere con la clientela contratti di mezze pensioni che nessuno vorrebbe assolutamente disattendere”.
Secondo l’indagine, ciò che verrà prodotto in termini di giro d’affari (includendo le spese di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) toccherà i 22,7 miliardi di euro contro i 14,3 miliardi di euro dello scorso anno (+58,7% circa), mentre la spesa pro capite raggiunge gli 876 euro, contro i 673 euro dello scorso anno.
“In tempi normali canteremmo vittoria – conclude Bocca – Sfortunatamente troppe ferite sono ancora aperte nel nostro comparto. Abbiamo pagato più di altri le conseguenze dovute al dramma della pandemia: non possiamo dimenticare che nei primi 6 mesi dell’anno nel settore ricettivo sono già andati persi 6,7 miliardi di euro in termini di fatturato. Per noi i risultati concreti vanno calcolati non solo in relazione ad una stagione isolata, bensì nell’arco di un intero anno. Diciamo che l’estate 2021 è un buon punto di partenza, nella speranza che il trend continui ad essere positivo. Purché ci vengano risparmiate sorprese dell’ultima ora”.
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