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14 Giugno 2019
Robert Parker, probabilmente il più influente critico enologico della storia che con il suo giudizio ha segnato le fortune di molte cantine, e tra queste una nutrita schiera di etichette italiane oltre che della California e di Bordeaux, si è ritirato formalmente da The Wine Advocate all'età di 71 anni.
In realtà, Parker aveva già da tempo diradato il suo impegno: nel dicembre 2012, aveva venduto la partecipazione di controllo in The Wine Advocate a un fondo di investimento asiatico; poi nel 2017 Michelin aveva acquisito una partecipazione del 40% nel business e successivamente il gruppo francese ha acquisito l'intero pacchetto. Oltre ad essere la Bibbia del fine dining, oggi quindi Michelin ha la più autorevole voce in capitolo anche sui vini.
Parker - ricostruisce Federvini - aveva scoperto la sua passione per il vino quando visitò l'Alsazia nel 1967 - la sua futura moglie Patricia stava studiando nella regione - ma continuò i suoi studi legali, laureandosi e diventando avvocato a Baltimora nel 1973. Nel 1978, ha iniziato a pubblicare The Baltimore-Washington Wine Advocate, che è stato ribattezzato The Wine Advocate un anno dopo. La rivista nasceva dall’idea di creare una testata libera da legami finanziari con cantine produttrici e commercianti di vino, una guida che avrebbe prodotto opinioni imparziali sui vini e al servizio dei consumatori e finanziata esclusivamente dagli abbonati. Ma la vera svolta per Parker si ebbe nel 1983 con le recensioni sull’annata bordolese del 1982. Un millesimo che in prima istanza fu ritenuto da molti critici mediocre con una produzione etichettata come eccessivamente matura e con vini che avrebbero avuto difficoltà a invecchiare. Parker invece fin dall’inizio ne parlò in termini entusiastici. E in effetti il tempo gli diede ragione e nel giro di pochi anni i vini del 1982 dimostrarono di completare la propria maturazione e affinamento rivelandosi col tempo sempre migliori. La consacrazione poi si ebbe con l’invenzione del sistema di valutazione dei vini in centesimi che ancora oggi è il sistema di riferimento per il settore della critica enologica. Grazie alla sua crescente reputazione e base di iscritti, Parker è stato in grado di lasciare la sua carriera legale nel 1984 e concentrarsi sul vino a tempo pieno. The Wine Advocate ha ora abbonati in oltre 40 Paesi in tutto il mondo.
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