21 Agosto 2014

Ironica e provocatoria la notizia riportata dal blog Thump in occasione della diffusione della graduatoria di Forbes che mette in fila i dj e i loro introiti annuali. Se Calvin Harris si è portato a casa 66 milioni di dollari negli ultimi 12 mesi, David Guetta 30, Avicii 20 e Tiësto 28, c'è chi diametralmente sta peggio. Molto peggio. Sono i dj che guadagnano poco o nulla.
Con la lenta scomparsa della classe media anche all'interno della categoria dei disc jockey, ecco quelli che stanno dietro a un mixer e che se la passano male. Niente nomi e cognomi per ovvia ragione di privacy e di lista che sarebbe quasi infinita, ma sottocategorie.
Si inizia con i Restaurant DJ, ovvero quelli che suonano per creare sottofondo ad aperitivi e cene; si passa a quelli che animano i matrimoni, ovvero i Wedding DJs (in questo caso nessun vip è presente); altalenante la presenza e gli incassi dei Resident DJs; ancor meno se la passan bene quelli delle feste di compleanno, cioè i Frat Party DJs; a ruota ci sono gli Opening DJs (spesso i nomi sono davvero sconosciuti, quasi sostituiscono un cd premissato prima di un dj set); di seguito gli Out-of-City DJs (dj che fanno minitour provinciali), poi gli One-Off Event DJs (scaldano la pista agli after party o peggio suonano durante le feste delle trubute band); sgomitano i DJ Contest Entrants (che provengono freschi da concorsi e talent); DJ First Name Last Initial (e qui il blog scherza pesantemente con chi dopo il prefisso dj mette le proprie iniziali o il solo nome di battesimo, dai vari DJ Matt P ai DJ Steven C); infine i DJs Who Are Just Waiting For The Right Opportunity, cioè quelli che sono fermi ai box e che nessuno convoca mai.
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A cura di Rossella De Stefano
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