pubblici esercizi
21 Marzo 2024
Le intolleranze alimentari rappresentano un fenomeno sempre più diffuso in Italia, con numeri che secondo i dati Istat 22-24 sono in drastico aumento, soprattutto in età infantile e pre puberale.
Le diete che escludono uno o più tipologie di alimenti, come nel caso del cibo senza glutine o senza lattosio sono diventate un'esigenza per molti italiani. Ma se mangiare in casa ormai non è più un problema, considerata la grande quantità di prodotti specifici disponibili tra gli scaffali dei supermercati, non si può dire lo stesso per i pasti fuori casa, dove non è sempre facile trovare piatti o prodotti sicuri e di qualità. E non parliamo solo in termini di rischi per la salute, ma anche di un vero e proprio problema di natura sociale e psicologica: chi soffre di queste patologie, infatti, si trova talvolta ad interfacciarsi con locali impreparati ad accoglierli e, di conseguenza, a dover rinunciare a occasioni di socialità e condivisione.
UNA PROBLEMATICA IN COSTANTE CRESCITA
Secondo i dati più recenti, il 12,7% della popolazione italiana soffre di allergie o intolleranze alimentari, che si traduce in circa 1,5 milioni di persone interessate da queste patologie; tra le categorie maggiormente diffuse ci sono i celiaci e gli intolleranti al lattosio – che insieme coinvolgono quasi 1 milione di persone.
Dati alla mano, è facile capire come ci sia una crescente necessità di ampliare il numero di ristoranti, bar, locali e strutture ricettive in grado di offrire pasti e prodotti sicuri e di qualità. Chi opera nel settore food&beverage non può restare indifferente di fronte a queste necessità, non solo per una questione di etica e inclusività, ma anche come investimento ed elemento differenziante per il proprio business, che permette di attrarre nuovi clienti, fidelizzare quelli esistenti, oltre a migliorare la propria immagine e reputazione.
PIU' SERVIZI PER LE INTOLLERANZE
AIC, l’Associazione Italiana Celiachia, è il punto di riferimento del consumatore-paziente celiaco da 45 anni e ha perfezionato il programma Alimentazione Fuori Casa senza glutine, dedicato a tutti quei ristoratori e gestori di locali che vogliono essere formati e informati in materia di celiachia, garantendo la non contaminazione e la sicurezza durante la preparazione e somministrazione di pasti e prodotti per i celiaci. Si tratta di una rete di attività che scelgono di seguire le "Regole fondamentali per un'alimentazione senza glutine" proposte dall'Associazione, oltre a sottoporsi volontariamente a controlli periodici da parte del personale qualificato AIC.
Entrare a far parte del Network AFC prevede la partecipazione a corsi di formazione completi e corredati di materiale didattico, che coinvolgono l’attività a tutti i livelli, dal personale al management, e che offrono la possibilità di imparare un vero e proprio metodo di lavoro per gestire l’offerta senza glutine. Inoltre, i Tutor AIC dislocati su tutto il territorio nazionale sono a disposizione dei locali aderenti con consulenze continuative per aiutare a gestire le fasi del loro lavoro ed eventuali criticità che si possono riscontrare durante il percorso.
Il servizio gluten free e, in particolare l’adesione al Programma Alimentazione Fuori Casa di AIC, svolge un ruolo di “apripista” nei confronti di altri tipi di intolleranze. Infatti, le regole, gli standard e le accortezze da applicare per la realizzazione e somministrazione di prodotti gluten free possono essere facilmente adattate e applicate anche nei confronti di altri tipi di intolleranze come lattosio, nichel ecc. In questo modo, quindi, i servizi raddoppiano e, di conseguenza anche i benefici per le attività, che potranno aumentare il proprio bacino di utenza, battendo la concorrenza con un servizio professionale e inclusivo.
Per scoprire di più sul programma AFC: https://www.celiachia.it/dieta-senza-glutine/progetto-alimentazione-fuori-casa/
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