spirits
20 Novembre 2024
L’essenza bio diventa l’anima di Belvedere. A giugno di quest’anno, la vodka di casa Moët Hennessy, dopo tre anni di studi e ricerche, ha ottenuto la certificazione biologica europea, rispondendo ai criteri richiesti da parte dell’Ue. In questo caso, il riconoscimento deriva dall’uso unico di segale coltivata senza utilizzo di pesticidi artificiali, additivi e sostanze chimiche. Il titolo di prodotto bio riguarda, per il momento, la sola referenza standard, diventata quindi Belvedere Organic Vodka.
La bottiglia per l’occasione ha introdotto alcuni cambiamenti sul pack con un nuovo tappo e un’etichetta dorati, mentre l’icona del palazzo simbolo del brand è stato rivisto con una finestra che brilla d’oro in onore della del colore aureo del cereale. Se il progetto biologico ha esordito con la referenza di base, si punta a certificare tutta la gamma del marchio. «L’obiettivo – conferma al nostro sito Flavia Di Giustino, responsabile spirits di Moët Hennessy Italia –, è fare in modo che, entro i prossimi due anni, l’intera linea sia attestata come 100% bio».
In attesa di raggiungere questo traguardo, la macchina della comunicazione si è messa in moto. «L’essenza ‘green’ del brand è spiegata sia alle risorse interne della filiale italiana, attraverso corsi a dipendenti e forza vendita, sia ai clienti del fuori casa – fa sapere la manager –. A questi ultimi abbiamo già chiesto che, nelle drink list dei loro locali, i cocktail a base Belvedere Organic Vodka siano accompagnati da un indicatore che evidenzi l’aspetto naturale del prodotto, magari usando l’icona verde creata dall’Unione Europea». E non solo. «Stiamo pianificando azioni mirate nei punti vendita Horeca che coinvolgeranno il nostro ambassador spirits, Elena Airaghi, che incontrerà di persona i bartender per spiegare loro l’importanza di questo cambiamento. Seguiranno poi attività mirate anche sulla stampa».
L’operazione bio è dunque ufficialmente partita e si punta a renderla un tratto distintivo di Belvedere, nonché atout per favorire un’ulteriore progressione sul mercato dove, come reso noto sempre da Di Giustino, «prevediamo quest’anno di crescere di un paio di punti percentuali rispetto al 2023 che è stata la stagione record per le vendite della nostra vodka». Una previsione per una categoria che, come dice il report firmato Circana, nell’anno terminante settembre 2024 ha registrato un aumento dei ricavi del 2,6%, per un valore di 47,6 milioni di euro, mentre i volumi sono incrementati a passo più lento e pari allo 0,6%. «Questa differenza tra valore e volume – osserva la responsabile spirits di Moët Hennessy Italia – è da imputare, in primis, alla preferenza degli avventori italiani verso prodotti di fascia super premium. Riteniamo che la produzione biologica risponda ancora di più a tale richiesta».
Nel frattempo, a livello globale, Moët Hennessy da alcuni giorni ha annunciato importanti cambiamenti ai piani alti del suo organigramma. Un rimpasto ai vertici ritenuto necessario alla luce di un 2024 in chiaroscuro. La divisione Wine & Spirits di Lvmh ha, infatti, accusato nei primi nove mesi di quest’anno un calo delle vendite all’11% e dell’8% su base organica. Tra i principali motivi di questo rendimento, la multinazionale ha indicato la flessione dei consumi di cognac riportata in un mercato strategico come quello cinese, causato in buona parte da un aumento dei dazi imposto da Pechino nei confronti degli spirits stranieri.
Via quindi al cambio di poltrone. Jean Jacques Guiony lascia la poltrona di Cfo di Moët Hennessy per assumere, dal prossimo 1 febbraio, quella di Ceo e Presidente, subentrando al lussemburghese Philippe Schaus che, come reso noto da un comunicato del gruppo, si concentrerà su nuovi progetti rivestendo ruoli non esecutivi. Dal canto suo, il trentaduenne Alexandre Arnault, figlio di Bernard, il fondatore di Lvmh, diventerà vice Ceo di Moët Hennessy. Il nuovo Cfo sarà, invece, Cecile Cabanis, in precedenza vice della divisione finanziaria.
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