spirits
29 Aprile 2024
Eletto miglior gin d'Italia nel 2023 al World Gin Award per la categoria London dry gin, Fulmine è l'ultimo arrivato in casa Glep, azienda specializzata in spirits fondata da Ezio Primatesta, albergatore e ristoratore, e Luca Garofalo, designer e creativo.
Realizzato nel segno della purezza assoluta e frutto di una ricerca che punta al carattere essenziale e senza fronzoli della tradizione inglese dei London Dry, il Gin Fulmine si presenta nel bicchiere trasparente e cristallino, perfettamente incolore. Al naso seduce con una raffinata eleganza che esprime profumi delicati di erbe officinali, scorza d’agrumi, lime e pompelmo su una trama olfattiva di fresche sensazioni balsamiche date dalle fragranti bacche di ginepro.
Al palato è fine e limpido, con un sorso secco e deciso, che s’allunga profondo e lineare verso un finale persistente, giocato su piacevoli sensazioni balsamiche e agrumate.
Fulmine nasce da una doppia distillazione di una base alcolica di cereali in cui vengono lasciate a macerare erbe, spezie, piante, bacche e radici. Un insieme di botaniche che, durante la lavorazione, si amalgamano alla perfezione, dando origine a un’etichetta perfetta per essere usata in miscelazione – nei classici Negroni e Gin&Tonic – ma anche per essere assaggiata liscia, quasi come fosse un digestivo.
Con una leggera sfumatura agrumata, è un gin molto verticale, scorrevole, asciutto e bilanciato, per grandi bevitori di gin classico. Una curiosità: il babà che Antonino Cannavacciuolo serve a Villa Crespi è imbevuto, anziché col rum, proprio col gin Fulmine.
"Inizialmente volevamo inserire il rabarbaro ma non ci ha convinto, per questo abbiamo deciso di fare un London dry gin agrumato, che desse modernità al sorso ma con prevalenza di ginepro e alcune botaniche peculiari, in primis l’angelica, utilizzando una base alcolica di qualità assoluta" fanno sapere dall'azienda. A venir fuori è un prodotto di grande carattere, che fa frizzare leggermente la lingua grazie alla presenza degli agrumi e questo chiarisce sia il nome che la presenza in etichetta della tigre col fulmine posizionato proprio sulla lingua.
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