attualità
08 Febbraio 2024
Le acque minerali sono davvero così incontaminate come riportano le etichette presenti sulle bottiglie? Le notizie che arrivano dalla Francia non sono particolarmente incoraggianti, tenuto conto che secondo un'inchiesta di Le Monde e Radio France un marchio su tre ha violato le regole filtrando illegalmente la loro acqua per eliminare contaminazioni.
Travolto dallo scandalo, oltre a 'big' del settore come Vittel, Contrex e Perrier, è stato anche il colosso Nestlé Waters, che detiene un terzo del mercato dell’acqua imbottigliata in Francia, e il Gruppo Alma, che solo nel 2022 ha venduto oltre 265 milioni di confezioni da sei di Cristalline.
LE NORME IN FRANCIA E IN ITALIA
Per tutti l'accusa parla di metodi di depurazione non consentiti per disinfettare le acque minerali in bottiglia, senza mai palesarlo agli acquirenti. Per la legge francese le acque minerali, dopo i controlli, dovrebbero essere imbottigliate così come sgorgano dalla sorgente, con la sola eccezione dell'aggiunta di anidride carbonica per renderle frizzanti. Filtri ai carboni attivi o a luci UV sono dunque vietati per la disinfezione dell’acqua in bottiglia ma consentiti (ma non per quella di rubinetto).
Qualcosa di simile avviene in Italia: secondo la nostra normativa, le acque minerali e di sorgente non subiscono trattamenti di potabilizzazione, ma solo eventualmente una filtrazione per eliminare composti di ferro o zolfo. Le acque minerali però possono vantare degli effetti sulla salute e non hanno un limite di contenuto salino, mentre le acque di sorgente devono rispettare i parametri delle acque potabili. In vendita si trovano anche altre “acque destinate al consumo umano” (disciplinate dal D.lgs n. 18/2023).
NESTLE' SOTTO INCHIESTA
I due media che hanno dato avvio all'inchiesta hanno messo in dubbio anche la mancata denuncia ai tribunali da parte delle autorità francesi delle pratiche non conformi, ammesse dallo stesso gruppo Nestlé in sede di ispezione.
Il governo Macron, informato dal 2021 delle pratiche del gruppo, anziché sanzionare il colosso alimentare svizzero ha provveduto ad allentare le norme, senza informare né la magistratura né le autorità europee e indicando alle prefetture di autorizzare pratiche di microfiltrazione al di sotto degli 0,8 micron. In cambio Nestlé avrebbe rinunciato ad alcuni trattamenti non regolamentari, sospeso alcune fonti dedicate ai marchi Hépar e Contrex e avviato la produzione di una nuova gamma di bevande non etichettate come “acqua minerale”, vendute sotto il nuovo marchio Maison Perrier.
Adesso, mentre un altro dei principali produttori francesi, Danone, proprietario dei marchi Evian e Badoit, ha preso le distanze dalle polemiche, la procura di Epinal ha aperto un’indagine preliminare nei confronti di Nestlé Waters.
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