Qualitaly_79.pdf - page 30

FEB. MAR. 2014
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S
emprepiùchef fannodel pro-
dotto fresco la cifra della
loro proposta gastrono-
mica. Ma non basta saper
scegliere bene, bisogna gestire
correttamente i prodotti freschi,
attraverso l’applicazione delle basse
temperature, che garantiscono sia
la sicurezza igienico-sanitaria, sia il
mantenimento delle loro caratteristi-
che organolettiche. La normativa non
dà indicazioni univoche
in merito al comporta-
mento da adottare. «Il Re-
golamento CE 852/2004
– spiega Marco Valerio
Sarti, tecnologo alimen-
tare - non elenca tempe-
rature di stoccaggio, ma
principi da perseguire:
le derrate non devono
essere conservate a tem-
perature che potrebbero comportare
rischi per la salute. Inoltre specifica
che la catena del freddo non deve
essere interrotta».
LACOMPETENZADELTECNOLO-
GO
colma i punti lasciati oscuri dalla
normativa. «Tra gli alimenti più critici
- commenta Sarti - vi sono quelli che
non vengono sottoposti a cottura pri-
ma del consumo, in particolare carne
e pesce. La frutta e la verdura crude
e non lavorate sono invece alimenti
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DI RACHELE AGOSTONI
IN CUCINA
Catena
del freddo,
conosciamola
meglio
IL TERMINE
indica la continuità di mezzi
impiegati per assicurare
la conservazione a bassa
temperatura di derrate
alimentari termicamente
deperibili, affinché possano
giungere al consumo finale
mantenendo lo standard
qualitativo iniziale.
RIDURRE L’INTENSITÀ
degli shock termici vuol dire
difendere e preservare la
qualità degli alimenti.
I MOMENTI PIÙ CRITICI
non sono quelli in cui
gli alimenti si trovano
a condizioni statiche in
frigoriferi o congelatori, ma
le fasi di trasformazione
e quelle successive: post
cottura, esposizione dei
buffet e scongelamento.
La corretta
conservazione degli
alimenti garantisce il
mantenimento delle
loro caratteristiche
organolettiche
Marco Valerio Sarti
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