BEVERAGE & GROCERY
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Èmolto probabile che in un secondo
tempo gli acquisti coinvolgeranno
i consumi primari, quindi il Largo
Consumo Confezionato.
Per il reparto si prevede una stabi-
lizzazione, ma difficilmente potrà
esserci un’inversione concreta del
ciclo nel 2014.
Questo è lo scenario generale del
Largo Consumo.
Ma come sono andati i singoli canali
di vendita? Possono essere eviden-
ziate delle performance migliori di
altre?
Il presente studio ha l’obiettivo di
indagare l’andamento dei principali
canali dellaGDOe di analizzare pro-
blematiche e prospettive per l’anno
corrente.
Il ridimensionamento
dei consumi
Per la Distribuzione Moderna ita-
liana il 2014 si è aperto come si era
chiuso il 2013: male, molto male,
con trend negativi sia a livello di vo-
lumi (ossia kilogrammi, litri, unità
di prodottomovimentati) sia a livel-
lo di fatturati (ossia euro incassati).
Si tratta di un ridimensionamento
dei consumi che l’anno scorso ha
coinvolto anche il comparto del
Largo Consumo Confezionato il
cui andamento – prima dell’attuale
crisi – sembrava storicamente “an-
ticongiunturale” ed in apparenza al
riparo dagli effetti delle contrazioni
dell’economia in generale.
Questo ridimensionamento dei con-
sumi resta tuttora in atto nonostante
uno sforzo - espresso da ogni realtà
distributiva della GDO italiana - a
sostegno dei volumi di vendita, in
termini di:
- una pressione promozionale che
cresce costantemente in tutti i canali
distributivi: in questo inizio 2014 le
vendite veicolate tramite un taglio
prezzo rappresentano oltre il 27%
del fatturato totale di Ipermercati,
Supermercati e Libero Servizio
Piccolo;
- un’azione calmierativa sui prezzi,
tanto che - nonostante il doppio
incremento dell’IVA nell’arco di
pochi mesi ed il conseguente carico
inflattivo - stiamo assistendo ad una
prolungata fase di bassa inflazione:
nell’ultimo anno i prezzi del Largo
Consumo Confezionato sono cre-
sciuti nonpiùdel 1%, con il compar-
to dell’Igiene&Bellezza addirittura
in deflazione.
I canali e il modello
“superstore”
Peccato che questo sforzo non sem-
bri efficace nel ridare fiato allo svi-
luppo dei consumi: è evidente che la
tradizionale gestione delle leve del
Retailing Mix – in particolare della
leva promozionale - ha una sempre
minore capacità di condizionare
la propensione all’acquisto dei
clienti; oggi la filiera deve neces-
sariamente entrare in sintonia con
un «consumatore professionista»,
il cui comportamento è un mix di
infedeltà alla brand ed all’insegna,
di riduzione del valore medio di
ciascun atto di acquisto, di aumento
del numero di visite presso i punti
vendita, di maggior propensione a
comparare diverse tipologie di of-
ferta (ampliando la gamma di “punti
di contatto” dal negozio tradiziona-
le all’acquisto via web).
Se il comportamento del consuma-
tore comincia a sfuggire alle regole
“tradizionali”, ne consegue che da
questa evoluzione siano proprio i
canali “tradizionali” a subirne gli
effetti negativi più impattanti (gra-
fico in basso).
Ipermercati, Supermercati (con l’ec-
cezione del format Superstore) e
LCC
I CANALI TRADIZIONALI A CONFRONTO CON LA REALTÀ EMERGENTE DEI DRUGSTORE
Fonte: IRI InfoScan Census® - YTD Febb. 2014: 8 settimane terminanti il 23 febbraio 2014. 1Escluso Superstore
-0,7%
calo degli
acquisti
nell’ultimo
trimestre del
2013