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beverage & grocery
osservatorio beverage
il marchio Kaptive che promette di
aumentare le performance di chi lo
beve, di aumentarne la concentra-
zione e la vigilanza, di migliorare
lo stato emozionale e di stimolare il
metabolismo.
Oppure si pensi alle ayurvediche
Pol-Pala a base di Aerva Lanata,
una delle dieci piante sacre Da-
sapushpam, dello stato Kerala, o
l’Iramusu di Sarsaparilla Indiana
depurativa del sangue, diuretica,
antireumatica ... e anche stimolatrice
della crescita dei capelli.
E poi menzioniamo tra i tantissimi i
tè cinesi di crisantemi o di carciofi o
il tè di montagna dei paesi balcanici
o quello polinesiano di noni o quello
sudamericano di boldo o di paico.
In conclusione
Non solo si afferma una nuova
modalità di bere “caldo”. Si sta ve-
rificando anche una grande fusione
che qualcuno definisce addirittura
un “amalgama di culture” orientato
a coniugare una nuova palette di
aromi e profumi con un vastissimo
prontuario salutistico.
I nuovi blend messi in commercio
anche dalle più note corporation del
settorefondonoinfattierbeoriginarie
del Sud-Est Asiatico con apporti Sud
Americani edEuropei: una nuova ar-
te alchemica a cui anche il pubblico
italiano tributerà il proprio favore!
B
mutate preferenze e alle nuove
sensibilità delle culture di consu-
mo transnazionali.
Oggi e ancor più domani, cluster
di consumatori di ogni nazione
condivideranno i medesimi gusti
grazie alla possibilità di comuni-
care rapidamente tra loro con blog
e social network.
Esistono, peraltro, fenomeni di
mercato cresciuti nel web e nell’e-
commerce prima ancora che il
prodotto comparisse nei canali
commerciali tradizionali.
Gli herbal tea non fanno eccezione.
Una semplice esplorazione di
Amazon.com conferma l’esten-
sione dell’offerta e come anche le
più rare specialità siano già facil-
mente accessibili.
L’elenco degli “altri tè” è dunque
sterminato.
Il loro vero limite sta nel livello di
conoscenza che ne hanno i consu-
matori poiché, a parte il fascino
che li circonda, le pratiche di con-
sumo e la loro commercializza-
zione costituiscono vere e proprie
operazioni culturali.
Esse inducono segmenti di po-
polazione di varie nazionalità
alla curiosità e all’apertura verso
il nuovo, ad esplorare le tradizioni
dei paesi più lontani ormai uniti
nel “villaggio globale”.
È certamente avvincente allora
scoprire l’esistenza del giappo-
nese mugicha, il sostituto del tè
ottenuto dalla torrefazione dell’or-
zo che promette di inibire la flora
batterica della cavità orale e di flu-
idificare la circolazione del sangue
senza l’apporto di teina e caffeina.
E perché non provare il tè di ta-
rassaco: un tonico per il fegato e
forse anticancerogeno o quello di
Cyclopia, detta anche Honeybush,
una rara pianta africana con effetti
rilassanti e più delicata dei più
celebre rooibos.
Simuliamo lo
scaffale del futuro
Mi sia permesso allora indugiare
nella descrizione dell’assortimen-
to virtuale nello scaffale delle be-
vande nervine di un supermercato
del futuro.
Vi troveremo, ad esempio, anche
quel “coca tea” indispensabile per
ogni turista che in Perù voglia sfi-
dare le altitudini andine di Cuzco
o del lago Titicaca. La NewWorld
Products International lo commer-
cializza già ora ready-to-drink con
L’elenco degli “altri tè” è sterminato:
il limite sta nel livello di conoscenza
che ne hanno i consumatori
I nuovi blend fondono erbe del Sud-Est Asiatico con apporti Sud Americani ed Europei
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