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beverage & grocery
P
aracelso ebbe a dire:
“... nel mondo esiste
un ordine naturale di
farmacie; infatti tutti i
prati e i pascoli, tutte le montagne
e colline sono delle farmacie.”
L’affermazione di tale, grande e
complessa personalità ricollegava
in questo modo l’immenso patri-
monio di sapere accumulato dalla
medicina popolare alla proto-
modernità medica e farmaceutica.
L’arte di estrarre preziose mole-
cole dalle erbe e dalle piante dis-
solvendole in soluzioni acquose
(emolto più tardi, alcoliche) data a
tempi immemorabili e costituisce
anzi uno dei segni delle prime for-
me di civilizzazione, in ogni parte
del mondo.
Antichissime documentazioni
della medicina indiana e cinese
elencano centinaia di rimedi ve-
getali con le loro relative proprietà
(riconosciute ancor oggi). Analo-
gamente la farmacopea ebraica
ed egizia sfruttò le piante locali al
pari di quanto facevano i Greci e i
Romani.
Poi vennero gli Arabi e poi, nel
osservatorio beverage
Daniele Tirelli
I CONFINI INCERTI DEGLI HERBAL TEA COMINCIANO A DEFINIRSI, CONIUGANDO UNA
NUOVA PALETTE DI AROMI E PROFUMI CON UN VASTISSIMO PRONTUARIO SALUTISTICO
di Daniele Tirelli, Presidente Popai
Orizzonti favorevoli
per gli
“altri tè”
nostro medioevo i monaci, che
furono indubbiamente grandi spe-
ziali e sagaci inventori di benefiche
tisane. Infine la scoperta delle
Americhe, rivelò una ricchissima
cultura di rimedi naturali di civiltà
pre-colombiane ed anche di tribù
ritenute primitive.
L’erboristeria occidentale in questo
modo si arricchì progressivamente
di nuovi apporti per poi cedere il
passo alla potenza della chimica
sintetica, la quale parve, sino all’ul-
timo quarto del XX° secolo, non in-
contrare limiti al proprio successo.