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GIU. LUG. 2014
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non si limita solmente a fare da
“cerniera” tra cucina e cliente, ben-
sì ricopre una parte significativa
della riuscita (o del fallimento) di
un pasto, curando tutto quello che
non passa attraverso le papille gu-
stative del cliente.
SALA ANIMA DEL RISTORAN-
TE.
Invece, soprattutto dopo la
sovraesposizione mediatica avuta
dai cuochi in queste ultime stagio-
ni, dilagati con la loro presenza
su tutti i media possibili, dispen-
sando qua e là consigli, trucchi e
spadellando e impiattando a ogni
ora del giorno e della notte, la
sala ha perduto la sua funzione,
il ristorante è diventato espressio-
ne diretta dello chef, si è imper-
sonificato o incarnato, lasciando
a tutte le altre figure il ruolo di
EDUCAZIONE
Sorriso, buone maniere, saluti,
comprensione per chi è in
difficoltà, capacità di ascolto
anche in momenti di pressione.
Il cameriere perfetto riesce a
esprimere tutti questi aspetti
con naturalezza e senza sforzi
evidenti. Controllare la sala
significa sapere rispondere a
tutti gli imprevisti, senza stizza
né eccessive mortificazioni, anzi
con un atteggiamento empatico
e proattivo.
MEMORIA
Ricordare chi ha ordinato cosa,
evitare “l’asta del piatto”, sono
concetti basilari nell’approccio
al cliente, che lo fanno sentire
importante e coccolato, non uno
dei tanti impicci da sbrogliare.
Ricordare particolari esigenze
dietetiche senza farle pesare,
tenersi a mente le varie richieste
è fondamentale.
DISPONIBILITÀ
Mostrare di sapere spendere
un minuto in più nel descrivere
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