BEVERAGE & GROCERY
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Occorre invece organizzarsi a
livello complessivo.
Solo così si potranno infatti mette-
re in campo strategie di difesa ade-
guate a combattere un fenomeno
come l’italian sounding».
E dello stesso avviso è anche De
Castro: «Il problema della con-
traffazione è destinato a diventare
insormontabile se non agiremo in
una logica unitaria.
Noi italiani però siamo di natura
spiccatamente individualisti e
questo, di certo, non aiuta. Si
aggiunga poi che il nostro Paese
manca di una catena distributiva
nazionale forte, in grado di agire
da “testa di ponte” per l’introdu-
zione dei prodotti tricolore oltre-
confine, così come accade invece
nel caso della Francia, che può
beneficiare delle reti capillari di
Auchan e Carrefour».
Una difficoltà ben nota, verso cui
il Governo non sembra peraltro
insensibile. «Stiamo valutando la
possibilità di concedere un credito
d’imposta alle insegne - ha detto
Martina - così da spingerle verso la
creazione di piattaforme logistico-
distributive capaci di operare a
livello internazionale.
Credo comunque che la via più
efficace e praticabile sia quella di
stringere alleanze e partnership
con catene già esistenti in modo da
promuovere e proporre all’interno
delle loro reti il nostro agroali-
mentare».
L’opzione distributiva non è tutta-
via la sola percorribile.
«Il nostro Paese - ha fatto notare
Andrea Illy - può contare anche
su una importante network di
ristoranti nel mondo che possono
rappresentare un straordinario
Pil
L’insieme degli operatori delle diverse fasi
della filiera agroalimentare garantisce un
contributo di primissimo piano - e in crescita
- all’economia italiana: vale l’8,7% del Pil e
assorbe il 13,2% degli occupati
Consumi
In campo alimentare, negli ultimi 7 anni si è
allargata la forbice tra l’export - pari nel 2013 a
27 miliardi di euro - e i consumi interni in calo a
218 miliardi di euro
Polverizzazione
In Italia, le imprese del food hanno dimensioni
ridotte: il loro fatturato medio (2 milioni di
euro) è meno della metà di quello registrato in
Germania (oltre 5 miliardi)
hub per le nostre eccellenze in fatto
di cibo.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare
che a favore dell’Italia giocano un
leader mondiale del food service co-
meAutogrill e un portabandiera della
nostra cucina e dei nostri prodotti
come Eataly».
Focus sulla
promozione
Infine, un ruolo non marginale nella
lotta all’italian sounding potrà essere
recitato dalla capacità istituzionale
di dare vita a rilevanti sistemi di
promozione a supporto dell’export
agroalimentare, seguendo la via
già tracciata dagli Usa che nel 2012
hanno stanziato a questo scopo 205
milioni di euro. E anche in questo
caso, almeno a livello comunitario,
qualche passo è stato già compiuto.
«È stato approvato ad aprile - ha
ricordato De Castro - un Nuovo
Regolamento che assicurerà una
dotazione finanziaria pari a 61,5
milioni di euro per il primo anno, per
poi arrivare a 200 milioni di euro nel
2020. E che, rispetto al preceden-
te, allarga la platea dei beneficiari
a prodotti come pasta, pane, pro-
dotti dolciari, cioccolata e birra».
Qu a l c o s a i n s omma s i mu o -
ve, anche se non è bene farsi illu-
sioni: la strada è ancora lunga.
B
GOOGLE METTE IN MOSTRA
IL MADE IN ITALY
Google ha dato vita, di concerto con il Ministero delle Politiche
agricole e con Unioncamere, a una piattaforma (google.it/madeinitaly)
dedicata a promuovere le eccellenze produttive del nostro Paese.
La nuova nata offrirà a 80 mila aziende un contributo concreto per
andare alla conquista dell’economia digitale, all’interno della quale la
voce “made in Italy” suscita sempre più interesse.
Ne è una conferma la crescita del 12% registrata nel 2013 dalle
ricerche su questo tema effettuate su Big G, ricerche dove spicca
anche l’ambito agroalimentare, che trova i suoi maggiori tassi di
sviluppo in termini di attenzione online in Brasile, Francia, Germania,
Cina e Giappone.