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BEVERAGE & GROCERY
Una direzione verso la quale, a dire
il vero, qualche passo è stato fatto.
A livello comunitario, nel 2010 è
stato approvato il Regolamento
sulle informazioni alimentari ai
consumatori, grazie al quale è
stato introdotto l’obbligo dell’eti-
chettatura di origine per i prodotti
zootecnici.
Due anni più tardi, è poi entrata in
vigore la protezione ex officio del
“Pacchetto qualità”, infatti, che
prevedendo l’obbligo di ritiro dal
mercato in caso di usurpazione di
un marchio collettivo, ha permesso
finalmente di tutelare i prodotti
certificati non solo all’interno dei
territori nazionali, ma anche negli
altri Stati membri. E l’Italia, con
264Denominazioni di origine sulle
complessive 1.250 dell’Unione, è
senza dubbio candidata a trarre i
maggiori benefici da questa norma-
tiva. Ma non è tutto.
Lo scorso ottobre è stato infatti
siglato un accordo bilaterale tra Ue
e Canada che segna l’apertura da
parte di un Paese anglosassone al
sistema Europeo delle Indicazioni
Geografiche, attraverso il rico-
noscimento di 145 tra Dop e Igp
dell’Unione.
Un primo passo cui ne dovrebbero
seguire altri. «Bruxelles ha avviato
una serie di negoziati bilaterali tra
cui si devono segnalare quelli con
India, Usa e Giappone - ha confer-
mato de Castro -.
Negoziati che potrebbero rivelarsi
un volano importante per l’econo-
mia del Vecchio Continente, se si
considera che la sola conclusione
dell’accordo con Washington po-
trebbe far aumentare le esportazio-
ni agricole comunitarie del 15% da
qui al 2027 (+1,7 miliardi di euro
l’anno) e quelle di prodotti alimen-
tari trasformati del 45% (+13,4
miliardi di euro l’anno).
Nel caso poi del Giappone, la cre-
scita potrebbe essere ancora più ri-
levante, arrivando a segnare un’ac-
celerazione del 137%, che tradotta
in cifre corrisponderebbe a 5,9
miliardi di euro l’anno».
E l’Italia ha tutte le carte in regola
per partecipare al “banchetto”.
Fare sistema
Ma le buone notizie non si esau-
riscono qui. «La tempistica degli
accordi bilaterali - ha osservato Mau-
rizioMartina, Ministro delle politiche
agricole e forestali - potrebbe subire
un’accelerazione grazie al combinato
costitutodaExpoepresidenza italiana
all’Ue (partita il 1° luglio 2014, ndr),
che potrà, più in generale, velocizzare
il complessivo percorso destinato a
ridisegnare il nostro sistema agroali-
mentare.
Perché questo accada, tuttavia, è im-
prescindibile che l’Italia si prepari a
gestire in modo adeguato la propria
posizione all’interno dell’Unione.
E in questa prospettiva, la nutrita
compagine di delegati italiani eletti in
capo al Pd lo scorso 25 maggio potrà
rivelarsi un elemento di grande forza,
capace di garantire compattezza all’a-
zione del nostro Paese».
La capacità di unire le forze è del
resto un passaggio obbligato per il
nostro Paese. «Se si chiederà alle
singole filiere di operare in modo
autonomo non si andrà lontano - ha
osservato Andrea Illy, presidente
fondazione Altagamma e presidente
e AD di Illycaffè - .
ITALIAN SOUNDING
LA DESTINAZIONE
DELL’EXPORT
AGROALIMENTARE ITALIANO:
2013
VALORI IN %
LE PERFORMANCE DEI DIVERSI
COMPARTI: 2008-2013
Unione Europea
66,6
Altri Paesi europei non Ue
8,8
Africa
3,0
America Settentrionale
10,5
America Centro-Meridionale
1,4
Medio Oriente
2,5
Asia Centrale
0,3
Asia Orientale
5,5
Oceania
1,4
(VARIAZIONE % NEI VALORI DI EXPORT)
Prodotti agricoli
11,6
Pasta e prodotti da forno
18,1
Conserve vegetali
18,2
Olio e grassi
29,9
Vino
37,2
Carne e derivati
37,6
Lattiero-caseari
44,5
Totale agroalimentare
27,3
Fonte: Nomisma
Andrea
Illy
Nando
Pagnoncielli
Gli accordi bilaterali potrebbero
subire un’accelerazione grazie a Expo
2015 e alla presidenza italiana all’Ue
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