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attraverso dei cortometraggi girati
da artisti che condividono con
l’azienda la passione e la voglia di
far emergere i lati più veri e meno
stereotipati della Campania.
I cortometraggi vengono prima pro-
grammati in televisione (talvolta su
La7, altre su Sky) e poi diffusi via
web. Dal 2008 a oggi vengono girati
sei cortometraggi, affidati alla regia
di grandi artisti come Terry Gilliam
ed Erri De Luca, fino all’ultimo
“Caserta Palace Dream”, diretto
da James Mc Teigue e con, fra gli
altri, Richard Dreyfuss e Kasia
Smutniak.
I cortometraggi vanno realizzati e
poi promossi.
Entrambe le fasi sono molto co-
stose, ma il modello è ugualmente
sostenibile. Come mai? «Al con-
trario degli spazi pubblicitari che
vanno acquistati, i cortometraggi si
vendono» risponde Emidio Mansi.
«In sostanza Garofalo propone ai
canali televisivi un pacchetto in cui
da una parte si vende un contenuto
di qualità e dall’altra si comprano
degli spazi pubblicitari a supporto
dell’operazione.
Le due voci si compensano parzial-
mente, anche se in linea di massima
Garofalo paga un po’ più di quello
che riceve.
Ma le spese passano in secondo pia-
no di fronte ai riscontri: fra trailer,
passaggi del cortometraggio e con-
tenuti speciali abbiamo un tempo di
visibilità televisiva altrimenti im-
pensabile, associato a un contenuto
di qualità che ha un effetto molto
positivo sulla gente».
PRODUCT
PLACEMENT:
LE REGOLE
È una forma di promozione
pubblicitaria che consiste nel
posizionare un marchio o un
prodotto all’interno di un film,
una fiction, una trasmissione
televisiva o una serie per il
web (ma anche in canzoni,
fumetti, videogame…).
In Italia è stato introdotto,
relativamente al cinema,
con il Decreto Ministeriale n.
235 del 6 ottobre 2004, noto
come Decreto Urbani.
Dispone fra l’altro che la
presenza di marchi e prodotti
deve essere palese, veritiera
e corretta, e che nei titoli di
coda vengano segnalati i
marchi e i prodotti presenti
nel film.
Nel 2010 è stato disciplinato,
con il Decreto Romani,
anche il product placement
televisivo (non consentito
nei programmi per bambini;
le bevande alcoliche
sono soggette ad alcune
limitazioni).
Oggi le produzioni televisive
rappresentano oltre il 70%
del mercato complessivo.
Il product placement può
essere visuale – in Inglese
screen placement – (il
marchio viene inquadrato),
verbale – script placement
– (il marchio viene citato) o
integrato – plot placement –
(il marchio entra a far parte
della trama, e a volte anche
del titolo, si pensi a Il diavolo
veste Prada, diventando
parte integrante della vicenda
narrata).
Un product placement
di Pasta Garofalo nel film
“Commedia sexy” (2006) per
la regia di Alessandro D’Alatri