Gestire le bibite
ANCHE NELLE BIBITE È IMPERANTE UN CALEIDOSCOPIO DI
MOTIVAZIONI DI CONSUMO, DOVE EMERGONO LE MOTIVAZIONI
FUNZIONALI, IL RECUPERO DELLA MEMORIA, L’ON THE GO
F
ino a qualche decennio fa era facile or-
ganizzare l’assortimento di bibite: esi-
stevano alcuni brand fortissimi e assai
riconoscibili dai consumatori ed era sufficiente
basare l’offerta su di loro per soddisfare le esi-
genze di tutti.Ma oggi le cose sonobendiverse.
Assistiamosugli scaffali dei punti di venditapiù
innovativi ad un proliferare di etichette diverse;
sono ormai molti i brand che comunicano per
canali tradizionali e non (sponsorizzazioni,
operazioni di marketing alternativo e altro); il
consumo delle stesse bibite è cambiato presso
gli stessi consumatori.
Nel passato erano le bibite gassate, il motivo la
sete e la socialità: amici o parenti attorno ad un
tavolino, tutti a bere più o meno lo stesso pro-
dotto. Nei giorni nostri la semplicità - purtroppo
forse - nonesiste più: ladissetanza si è articolata
inmoltepliciedifferentiesigenze,dasoddisfarsi
inmodi diversi.
Il desiderio di spegnere la sete diventa tecnico e
iperperformante con gli sport drink, ormai con-
sumati anche al bar, non solo durante l’attività
sportiva. Il versante più femminile, o forse più
zen, della stessa tendenza verso la specializza-
zione delle bibite, è quello della naturalità: tè
verde, ma anche acai e polifenoli, un mondo
chemischia innovazioneda terzomillenniocon
sapienza antica.
Il consumo di entrambe queste categorie di be-
vande è votato all’esaltazione delle prestazioni
sudirezionidivitalitàeeccitazioneoalcontrario
di equilibrioeserenità.Tuttavianel casodi sport
ed energy drink, come peraltro delle bibite a
derivazione naturale, spesso la ricettazione non
è di immediata comprensione.
Ben diverse sono invece le motivazioni di con-
sumo che stanno dietro al terzo tipo di bibite di
tendenza: il recupero dellamemoria e del vinta-
ge: le limonate, le gassose, i chinotti e i ginger,
tutti vestiti con un design che recupera gli anni
cinquanta e sessanta sulla base di ricettazioni
tradizionali e tranquillizzanti.Viene da pensare,
conriguardoaquestotipodiconsumo,chesiano
così lontani i tempi degli oratori, dei bar di quar-
tieredovesibevevaguardandoallatvilciclismo
o il calcio, oppure dove si giocava a carte, che il
recuperodelricordodiquesteoccasioninonsolo
di dissetanza ma anche di socialità vera sia di
interesseediaspirazionepermoltideiconsuma-
toridioggi.Einfattiècosì,aguardareilsuccesso
di queste bibite della tradizione ormai proposte
anche in accompagnamento ai pranzi veloci del
mezzogiornoo come aperitivi analcolici.
L’ultimatendenzaforteriguardantelebibitenon
riguarda tanto il prodotto quanto le modalità di
consumo. L’uomo contemporaneo non è mai
fermo. La mobilità costane è un tratto caratteri-
sticodeinostritempi.Cisialimentaecisidisseta
in costantemovimento e l’offerta di bibite deve
essere coerente. Più distributori automatici che
sopperiscono alla mancanza di bar nei luoghi
di spostamento o ai tempi dilatati dai consumi.
Una trasversalità maggiore della distribuzione:
supermercati con bibite fresche in avancassa,
per un consumo immediato on the go, piuttosto
che negozi show room di firme prestigiose che
proprio non resistono alla tentazione di aggiun-
gere uno champagne bar (magari per vendere
chinotti) per attirare e trattenere la clientela, o
semplicementeristoranticheaffiancanolasom-
ministrazione di cibo con la vendita di bevande
in take away.
La contaminazione della distribuzione anche
del settore bevande e la proliferazione di nuovi
canali di vendita è una realtà da tenere in conto
per i canali tradizionali. Aquesto si aggiunge lo
sviluppo dei nuovi “packaging” dei soft drink
all’insegna di una sempre maggiore “portabili-
tà”. Ben oltre le lattine, è oggi il momento delle
bustine da sciogliere (come propone Starbuck)
o addirittura delle “fialette” super /iper ener-
gizzanti.
Insomma:sembratramontareilmomentomagi-
co delle “normali” bibite con le bollicine. Trop-
po semplici, poco trasportabili e conservabili.
Rimaniamoinattesadiunlororecupero,magari
in logica vintage, fra qualche decennio…
B
CONVERGENZE
4FOOD
è una struttura
di consulenza che si
occupa di concept di nuovi
prodotti alimentari, del
riposizionamento di quelli
esistenti, di immagine
coordinata e packaging,
di art&food design e di
retail design nel settore
ristorazione.
di 4Food
36
BEVERAGE & GROCERY