beverage & grocery
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Bevibilità
La moda dei vini “muscolosi”, con
buona struttura ed elevato tenore
alcolico, sembra essersi decisamente
ridimensionata. I consumatori, in-
fatti, oggi dimostrano di apprezzare
soprattutto vini versatili, che tendono
ad esaltare il gusto del cibo anziché
coprirlo, e che sono in grado di ac-
compagnare non solo cene ma anche
pranzi leggeri ed “happy hour”. A
questo proposito è possibile citare il
successodeivinispumanti,cheormai
vengonoprodottidall’AltoAdigealla
Sicilia, e dei vini frizzanti, piuttosto
che dei vini fermi rosati, che in Italia
vedono soprattutto la Puglia come
loro regione d’elezione.
Questa tendenza alla “bevibilità” na-
scondeinultimaistanzaildesideriodi
una gratificazione immediata, senza
inutili complicazioni, e testimonia il
fatto che i consumatori concepiscono
sempre più il vino come una bevanda
conviviale. Da non sottovalutare
inoltre che questa tipologia di vini
presenta consumi sempre più desta-
gionalizzatiehauninteressantetarget
diriferimento,compostoingranparte
da donne e in generale con un’età
media particolarmente bassa.
Nel nostro Paese uno dei primi ad
individuare questa evoluzione delle
abitudini di consumo è stato il gior-
nalista e blogger Angelo Peretti, che
nel 2009 propose un “Manifesto per
la piacevolezza dei vini da bere”, che
metteva appunto in luce l’ampia, e
ancora poco valorizzata, gamma di
“vini semplici ma non banali” dei
quali il nostroPaeseèassai ricco. Pro-
prio l’ampia disponibilità di etichette
di questo tipo può oggi rivelarsi una
preziosa opportunità per la diversifi-
cazione degli assortimenti dellaGdo.
Originalità
Il mercato del vino sta ormai uscen-
do da una fase che ha lungamente
premiato, in parte anche sul canale
della Gdo, il cosiddetto “gusto inter-
nazionale”. A questa categoria ap-
partengono vini spesso ottenuti pren-
dendo a riferimento le caratteristiche
organolettiche di etichette che hanno
ottenuto successi di critica oltre-
oceano, contraddistinte da un’intensa
concentrazione, da un colore molto
pronunciato e da un’elevato tenore
alcolico e zuccherino.
AncheinItalialafasedel“gustointer-
nazionale” ha avuto il pregio di avvi-
di ordine e razionalità.
In quella che potremmo chiamare una
“smart allocation” del vino all’interno
dei punti di vendita, potranno dunque
giocareunruolodiprimopianounmag-
gior ricorsoaoriginali e immediate for-
medicomunicazioneeunpiùfrequente
utilizzo di “cross selling” con altre ca-
tegorie merceologiche (soprattutto del
fresco).Ma ancor prima diventerà stra-
tegico riuscire a individuare per tempo
le più recenti tendenze di mercato, che
spesso cominciano a manifestarsi sul
canale on-trade. Proprioqueste tenden-
ze, alcune delle quali sono evidenziate
qui di seguito, possonoaiutare lecatene
distributive a riflettere anche sull’op-
portunità di sperimentare nuovi criteri
di segmentazione dell’offerta, alterna-
tivi a quello tradizionale per colore e
provenienza geografica. Esperienze di
questo tipo, più o meno durature, sono
giàstatecompiutedagruppidistributivi
quali Pam (segmentazione per abbina-
mentigastronomici)epiùrecentemente
da Unes (segmentazione per fasce di
prezzo). Alla luce delle più recenti
tendenze di consumo potrebbe essere
arrivato il momento anche di proporre
alla clientela contemporaneamente più
criteri di segmentazione.
Esempi di segmentazione: per tipologia e area geografica (Simply), per tipologia e
caratteristiche con indicazioni di abbinamento (Carrefour), per fasce di prezzo U2 Unes.
-3,6%
le vendite di vino
confezionato a
volume nel 2012
nei canali moderni
(iper+super+libero
serv. piccolo) -
fonte Iri
e
4,13
il prezzo medio
della botiglia da
0,75 l con una
crescita del 4,7%
rispetto all’anno
precedente -
fonte Iri