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BEVERAGE&GROCERY
Gli Stati Uniti in particolare rap-
presentano il primomercatoper il
vino italiano, dove l’Italia è leader
tra i vini stranieri, con una quota
del 26,8% in volume e 32,6% in
valore».ProsegueCamillaLunelli:
«Puntiamo a consolidarci innanzi-
tuttoneimercatidove ivini italiani
– e noi non facciamo eccezione –
sonogiàmoltopopolari, cioèStati
Uniti, Germania eGiappone, ma
poi anche inmercati più giovani
comeRussia,BrasileeCina, e infi-
ne inalcunimonopoli comequello
svedeseequellocanadese.
Quantoaicanalididistribuzione,se
inItalia laproporzionefraHorecae
Gdoègrossomodoparitaria, all’e-
sterosi iniziadalla ristorazione.
I ristoranti italiani sonouna straor-
dinaria testadiponte.
Il segnaleche lecosevannobenesi
ha quando si inizia a penetrare an-
chenei ristorantinon italiani, come
anoièaccaduto inGiappone.
Il passo successivo è la presenza
nella grande distribuzione di alta
gamma, come a noi è accaduto in
Giappone e in alcuni grandi de-
partment storesamericani».
Soluzioni
Quali le soluzioni, allora? Spiega
StevieKim:«ISocialMediagioca-
noun ruolo semprepiù importante
nellacomunicazionedelvino.
Nei mercati internazionali è im-
portante implementare la filosofia
Think global, act local, quindi in
ogni Paese è necessario trovare
i canali di comunicazione locali
più utilizzati. Siamo la prima or-
ganizzazione ad aver aperto un
account ufficiale suWeChat che,
con i suoi 300milioni di utenti, a
livello nazionale e internazionale,
sarà prestodestinato a soppiantare
WhatsApp. Questo strumento si è
rivelato utile soprattutto inCina,
doveFacebook,TwittereYouTube
non funzionano comeunEuropa e
dove piattaforme comeWeChat e
Weibocostituisconounostrumento
indispensabile per qualsiasi azien-
dachevogliaprovareadaffermare
i propri prodotti.WeChat è infatti
l’unico strumento che supporta 18
diverse lingue e sta rapidamente
diventandounponte tra laCinae il
restodelmondo».
Tornando ad H-ACKWINE, la
sfida lanciata daAllegrini è stata
vintadaTheAllegrini Experience
Team che ha ripensato alla co-
municazione del brand attraverso
diversi canali digitali (sito, social
network e blog) con sezioni de-
dicate a diverse aree vino/cibo/
living. Per Ferrari ha avuto la
meglio il teamWineWineWest
sviluppando un sistema che attra-
verso un QRCode è in grado di
comunicare ilbrande l’esperienza
vissuta con Ferrari componendo
videoe immagini. Infineasoddisfare
la richiestadiVinitaly International,
il teamWeneeIn che ha ideato un
sistemadi foto sharingdi esperienza
con il vino. «Dieci gruppi hanno
risposto allanostra sfida: lamaggior
partedi lorohapresentatoalla fine la
proposta di una soluzione digitaledi
tipomobile app ewebapp» racconta
StevieKim.
«Uno delle app proposti mirava a
semplificare la scelta del vino per i
giovani attraverso un gioco di asso-
ciazioni tra i diversi tipi di vino adi-
sposizione e l’umore, la compagnia
o anche il cibo. Un’altra aspirava a
stimolare le occasioni di consumo
attraverso la creazione di un vero e
proprioVinitaly lover club.
Èstatapropostaancheun’applicazio-
nechevolevaessereunasortadigioco
virale, un social game per persone
dai 15 ai 35 anni. Alla fineVinitaly
International ha scelto una app con
cui èpossibile scattareuna fotografia
cheèassociataadunadatasituazione
per mezzo geolocalizzazione. Tutti
mi hanno chiesto se sarà possibile
ripetere questa esperienza; la mia
risposta è stata un ‘sì’ convinto».
B
Neimercati internazionali è
importante implementare la
filosofia think global, act local
MARKETINGDEL VINO/2
Il TeamAllegrini che nella comunicazionedel brand ha utilizzato i canali digitali
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