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beverage&grocery
In generale, innovazione è un ter-
minespessoabusatoperché inque-
sti ultimi 20 anni l’industria ha in
molticasipropostoalladistribuzio-
ne prodotti che di innovativo ave-
vanobenpoco; lavera innovazione
èunpatrimoniodell’industriaedel
distributoremadeve rappresentare
una vera alternativa ai prodotti
esistenti. Paradossalmente nel set-
torevitivinicolooggiè interpretata
come un ritorno al territorio, alla
tradizione, alla tipicità.
Èuna tendenzamolto forte.
Lo si vede nel Lambruscoma an-
chenelProsecco.
Riscoprirecome si facevano i vini
nel passato è unmodo per salva-
guardare determinate particolari-
tà. Noi lo stiamo facendo con uno
degli ultimi vini diAlbineaCana-
li, il Lambrusco FB, che sta per
“fermentato in bottiglia”, rivolto
specificamenteal canalehoreca.
Ma non è semplice fare innova-
zione nel vino, dove il sistema
delle denominazioni definisce e
codifica tutto ilprocessodiprodu-
zionedallavignaallabottigliaedà
identità comune a tutti i prodotti
di quella denominazione. È un
conservatorismo che al contempo
è anche salvaguardia dei consu-
matori.
Nondimeno l’evoluzione nell’e-
nologia prosegue, vi sono conti-
nui miglioramenti negli aspetti
qualitativi, nelle tecnologie, nella
sostenibilità.Migliorare l’impatto
con l’ambiente di per sé non è in-
novazione?
E poi c’è l’innovazione dimerca-
to. Il Prosecco ha aperto la strada
alla continuità nello spumante, loha
destagionalizzato e ha indicato altre
logichedi consumo, oltre la festa.
AVinitalypresenteremo loSpuman-
te di Lambrusco per tutti, cogliendo
l’opportunità di svincolare lo spu-
mante dalla ricorrenza. Su questa
strada il Pignoletto è un fenomeno
simile al Prosecco. Nell’anno termi-
nante a dicembre IRI certifica che
le vendite sono aumentate comples-
sivamente del 15,8% a volume per
oltre3,2milioni di unità edel 22,6 a
valore per complessivi 10,1milioni
di euro, di cui circaun terzo rappre-
sentati dalPignolettoRighi.
Qualicriticitàominaccevedeall’o-
rizzonte e quali invece gli aspetti
positivi da svilupparenei rapporti
con laGdo?
La grande criticità è legata oggi alla
contrazione dei consumi e allamag-
giore competitività, che porta spesso
i distributori alla ricercaesasperatadi
convenienza,mettendo altri valori in
secondopiano.
Iconsumisono incaloormaidamolto
tempo.Quelli del vino sono scesi del
6% nell’ultimo anno. Contempora-
neamente aumentano i wine lovers,
colorochehanno imparatoadapprez-
zare le differenze, le particolarità di
cui ilmondodelvinoè interprete.
LaGdo aveva cominciato a interpre-
tare il vino come elementodistintivo
elevando laqualitàdegliassortimenti.
Lacrisihacambiato tutto.
Siamopassatidall’accentosuqualità,
sostenibilità, garanzie a quello sulla
convenienza.
LaGdo ha pensato alle private label
per recuperaremarginalità,maanche
lemarchenehannobisogno.
Arriviamodadueannidiaumentidel-
lematerieprimedicui ilconsumatore
havistosolounaparte.
La filiera, nel suo insieme, ci ha per-
so.Nel 2011 e 2012 abbiamo avuto
vendemmie scarse, le scorte si sono
ridotte e i prezzi sono aumentati.Nel
2013 abbiamo raggiunto una fase di
stabilitàsuprezzi sostenuti.
Nell’ultimo anno i consumi sono
scesi del 6% e la Gdo risponde
puntando sulla convenienza
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