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NOVEMBRE/DICEMBRE 2014

a

ll’arrivo dei primi europei, attorno al

1830, Lincoln Park era un’area paludosa

prospiciente il fiume Chicago. Divenuto,

sino ad alcuni decenni orsono, luogo di

residenza soprattutto d’immigrati portoricani, oggi è

uno dei quartieri residenziali più raffinati e costosi della

città, definito “the City in a Garden” per l’ampiezza e la

qualità del verde che lo caratterizza. La vita in Lincoln

Park ha natura vivace e cosmopolita. Numerosi sono

i luoghi culturali e d’intrattenimento e una pletora di

ristoranti etnici accoglie una popolazione con reddito

e istruzione elevati, a cui si aggiungono gli studenti di

college e università molto selettive.

Ovvio che divenisse allora un irresistibile richiamo per

le upper class e coerentemente per i fashion store da

loro preferiti.

Non potevamancare d’insediarvisi dunque ancheWhole

Foods, il principale interprete della silenziosa rivoluzio-

ne alimentare in atto negli USA. La strategia di questa

straordinaria azienda (ora anche a vocazione multi-

nazionale) è tutt’altro che snobbish, ma un ambiente

con un’elevata presenza di famiglie di professionisti

affluenti è stata la premessa per l’ennesimo progetto di

un supermarket davvero eccezionale per dimensioni, ma

soprattutto per l’assortimento che definire “profondo”

sarebbe un eufemismo.

Un vero caso da manuale

BEST IN CLASS

IL WHOLE FOODS DI LINCOLN PARK, CHE È IL FANCIEST STORE DELL’ILLINOIS E IL TERZO AL MONDO

PER DIMENSIONI, GESTISCE ALL’ANNO BEN 300 MILA REFERENZE: UN ESEMPIO PER TUTTI I RETAILER

di Daniele Tirelli, presidente Popai Italia e Loris Tirelli, Amagi