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NOVEMBRE/DICEMBRE 2014

è

galité: è questa la parola che

da qualche tempo a questa

parte guida l’evoluzione del

nostroEcosistema». Conque-

sta chiosa Grégoire Kaufman, direttore

commerciale e marketing di Carrefour

Italia inizia a“raccontarci” la nuova av-

ventura social che l’insegna sta vivendo.

E con successo, visto che (con 55,2 pun-

ti) il gruppo guida la classifica proposta

dall’OsservatorioBrands &Social Media.

« Per instaurare un dialogo paritario con i

nostri clienti, - prosegue Kaufman – circa

un anno fa abbiamo deciso di spingere

sul digitale. La classica comunicazione top

down, imposta dall’alto, non ci soddisfa-

ceva più. Abbiamo scelto di non limitarci

a seguire i clienti nello svolgersi della

loro vita quotidiana: siamo andati oltre,

accompagnandoli non solo nelle occasio-

ni di consumo, ma anche nel modo in

cui si relazionano. Partire dal web e dalla

riorganizzazione del sito (prima troppo

corporate) ci è sembrato il giusto inizio.

Il profilo twitter ha seguito a ruota e a

giugno 2014 ha debuttato FB, inmodo da

rendere ancora più completa l’interazione

con i nostri clienti.

«E questo approccio ci ha consentito

di sfuggire alla trappola dell’autorefe-

renzialità. Diciamo pure del Carrefour-

centrismo…» interviene Roberto Stanco,

responsabile marketing. I contenuti che

pubblichiamo devono essere rilevanti

per i nostri clienti. Per questo parliamo

di occasioni e momenti di consumo che

non siano centrati su Carrefour ma sui

consumatori e il loro linguaggio. Abbiamo

voluto invertire il flusso, imprimendogli

una direzione bottom- up, un po’ come

fanno molte telefoniche. Vede, ci siamo

trovati davanti a un bivio: da una parte

la possibilità di lavorare con post statici

che esaltassero l’identità dell’insegna o

la sua strategiameramente commerciale,

dall’altra quella di dare la parola agli

utenti e starli ad ascoltare.

Abbiamo scelto questa seconda opzione

e – come ha per esempio dimostrato il

numero di post e tweet in occasione dei

mondiali di calcio - la nostra decisione è

stata promossa da una fan base compatta

e di qualità. Non numerosissima (su Fa-

cebook parliamo di 165 mila “fan”, più

di 30 mila su Twitter) ma attivissima e

ingaggiata. L’engagement rating, infatti,

è dell’11%, mentre il nostro competitor

più vicino si colloca al di sotto del 2%.

Il nostro obiettivo principale non è quello

di andare a caccia di like, ma di creare

una community dinamica, attiva, fedele

e interessata. Chi investe per ampliare

la propria fan base fa una scelta più che

legittima, ma noi abbiamo preferito in-

vestire per aumentare l’ingaggio, avere

una fan base più fedele e quindi fonda-

menta solide».

Oltre il social verso

il geo-social

«Parlare di social sic et simpliciter- sot-

tolinea Kaufman- non basta. Il bello del

social èpoter implementare attività locali:

la vera sfida è attivare post geolocalizza-

ti, produrre contenuti rilevanti a livello

territoriale».

«Un conto – prosegue Stanco - è fare

socialmedia per branddell’industria, una

cosa per il retail, che è un settore pecu-

liare in cui per il cliente è ingaggiante

INNOVAZIONE

11%

L’ENGAGEMENT RATING DI

CARREFOUR ITALIA

Carrefour, l’importanza

di essere social

STOP ALLA COMUNICAZIONE TOP DOWN: OGGI PREMIA

IL DIALOGO CONTINUO E PARITARIO CON I PROPRI CLIENTI

di Carmela Ignaccolo @carmelaignaccol

Grégoire

Kaufman