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SETTEMBRE/OTTOBRE 2014
dimostrato spirito di adattamento e maturità.
Superata una lunga fase di spending review, fatta
di razionalizzazione e spesso di rinunce (dal 2007
ad oggi il potere d’acquisto si è ridotto di circa
il 10%), la domanda interna, almeno nell’ultimo
anno, ha tenuto: a valori concatenati, ossia in
quantità, i consumi hanno messo a segno un
piccolo progresso (+0,1%).
La spesa alimentare, tipico ban-
co di prova delle strategie di
risparmio con le quali si sono
cimentate le famiglie, ha im-
boccato un graduale percorso
di normalizzazione: i consuma-
tori sono tornati a concedersi
qualche strappo alla regola, nel
carrello della spesa hanno nuo-
vamente trovatoposto la ricerca
della qualità e del benessere.
Mission impossible?
Le sfide che attendono il nostro Paese nei prossi-
mi mesi sono fondamentali e non più rinviabili.
Non possiamo esimerci dal mettere in moto gli
ingranaggi arrugginiti della nostra economia:
occorre riformare il mercato del lavoro ed il fisco,
aggredire la spesa pubblica improduttiva, mi-
gliorare la capacità attrattiva degli investimenti,
avviare un ampio programma di liberalizzazioni
che consenta di rendere più efficienti e traspa-
renti diversi ambiti dell’economia a beneficio
dei consumatori, dalle professioni ai servizi
pubblici locali.
È anche doveroso consolidare le politiche redi-
stributive, di cui il bonus fiscale degli 80 euro
rappresenta certamente un buon viatico, seppur
con gli esiti impercettibili misurati sull’andamen-
to dei consumi. Ma è uno sforzo che il nostro
Paese non è in grado di reggere con le proprie
forze, perché non sostenibile dal punto di vista
economico e sociale: troppo è stato perso per
strada negli anni di questa crisi infinita rispetto
alle risorse da mettere in campo.
Europeizzare la crisi
La politica macroeconomica non può più essere
una prerogativa nazionale, dal momento che gli
interventi fiscali sono soggetti al rispetto dei vin-
coli del patto di stabilità comunitario e la gestione
di quellamonetaria è deputata alle decisioni della
Banca Centrale. Il recente intervento del governa-
toreDraghi, con l’annunciodi un imponentepiano
di “quantativeeasing” finalizzatoall’immissionedi
liquidità sul mercato da trasmettere all’economia
reale, non può che essere accolto favorevolmente.
Per questa via le famiglie ma soprattutto le im-
prese possono veder migliorare le condizioni di
accesso al credito per rilanciare gli investimenti,
altra vittima illustre del ciclo economico attuale.
Restano tuttaviaancoradadiscutere tempi emolità
circa un allentamento dei margini di manovra
sulle finanze pubbliche, condizione essenziale
per i Paesi periferici per vedere concretizzarsi la
crescita: deveesserequesta lamissiondel semestre
europeo presieduto dal nostro Paese.
Bisogna europeizzare la crisi e le sue risposte: non
serve certamente meno Europa ma più Europa,
una Europa più coesa e solidale.
S
ITINERARI
INFLAZIONE IN DISCESA
MA LA COMPONENTE DI FONDO RESISTE
VARIAZIONE % TENDENZIALE
2012
2013
2014**
3,0
2007
11,7
2013
-1,3
2014
-2,4
Senza credito gli investimenti non ripartono
Area euro - Credito al settore privato var % annue
2,0
1,2 1,3
0,4
0,8
Fonte: REF Ricerche su dati Istat *Esclusi ittici, ortofrutticoli ed energetici **Previsioni
Inflazione di fondo*
Indice generale
FULVIO BERSANETTI
economista di
REF Ricerche, si
occupa di analisi
microeconomica
dell’inflazione, dei
consumi, del sistema
distributivo e delle
politiche tariffarie.
Consulente di
Unioncamere per
l’Osservatorio Prezzi
e Mercati.