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FEB. MAR. 2017

17

di descrizione che alla prova dei fatti

si dimostri pasticciato e velleitario. I

menu degustazione devono essere al

massimo due o tre e rappresentare

il meglio del locale senza dare l’idea

di spingere gli avanzi. Molto gradito

l’abbinamento di bicchieri ad hoc a

un prezzo fisso e corretto. Meritevoli

di un bonus piatti vegetariani e vega-

ni o adatti ai vari regimi alimentari.

Importanti anche le informazioni sui

possibili allergeni tra gli ingredienti.

Molto importanti sono gli “accessori”

del menu. Un benvenuto dello chef

è sempre gradito, così come il pre-

dessert e i petit fours finali. Piccole

cortesie per gli ospiti che non passano

inosservate. Fondamentale il cestino

del pane, che deve essere fatto in casa

(oda un fornaiodi fiducia che deve es-

sereindicatoevalorizzato)ecomposto

da varie tipologie. Banditi i grissini in

busta, il piùefficace “scacciastella” esi-

stente. Da evitare anche l’oliera. L’olio

deveessereextravergined’oliva, italia-

no, dop o igp e in bottiglie etichettate

che ne garantiscano l’identità. L’ideale

sarebbe anche avere una carta degli

oli con tipologie differenti per l’abbi-

namento ai vari piatti. Molto efficace

anche un assortimento di almeno tre

o quattro tipologie di aceti e di sali.

Lacartadeivinideveesseresufficiente-

mente ricca e assortita, profonda (cioè

con varie annate per le principali eti-

chette), con tipologie adatte al tipo di

cucina praticato nel ristorante, un’a-

deguata rappresentanza dell’enologia

localee ricarichi noneccessivi.Unplus

è un’adeguata offerta al calice, che vie-

ne incontro alle esigenze del cliente

singolo o della coppia. La carta deve

essere poi costantemente aggiornata:

evitare che le etichette in carta, su ri-

chiesta, risultino indisponibili.

Il servizio deve essere professionale

e accurato ma non troppo assillante.

Maître e cameriere di un ristorante

perfetto dovrebbero soddisfare ogni

desiderio del cliente prima ancora che

questoloesprima.Vaevitatounapproc-

ciotropposussiegosomaanchetroppo

confidenziale, come spesso accade in

Italia.Ognimembrodellostaff,anchese

avventizio, deve conoscere amenadito

il menu in modo da poter rispondere

a qualsiasi domanda. I piatti sporchi

devono essere tolti sollecitamente, la

tavola pulita frequentemente e il bic-

chiere riempito con sollecitudine.

Infine il conto. Che deve essere corret-

to, senza anacronistici coperto e servi-

zio o voci misteriose. Vietato caricare

l’aperitivo offerto con sollecitudine

all’inizio del pasto sottintendendo che

fosse offerto.

Certo, tutto questo non garantisce la

stella se poi il rigatone è scotto e la

cerniapoco fresca.Masonoattenzione

grandiepiccolecheancheognicliente,

in fondo, saprà apprezzare.

Un piatto di Davide Oldani

Stelle d’Italia

8

ristoranti 3 stelle

41

ristoranti a due stelle

293

ristoranti a una stella

(fonte Michelin 2017)

708

mila euro il fatturato annuo

medio di un ristorante stellato

6.300

clienti annui

112

euro spesa pro capite

2770

pernottamenti generati sul

territorio da ogni ristorante

stellato (fonte Jfc)

Un piatto di Aurora Mazzucchelli