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APR. MAG. 2016

26

IN DISPENSA

rappresentanza di 30 caseifici che si

distinguono per le loro particolari

politiche produttive. Dai caseifici

biologici a quello kasher, da chi

usa latte da razze antiche (bruna a

Parma; rossa a Reggio Emilia; bian-

ca a Modena) a chi stagiona oltre

100 mesi, in un mosaico che lascia

intendere come dietro il marchio

unitario esista una ricchezza nella

produzione che pochi altri prodotti

alimentari tutelati possono vantare.

ADOTTAUNCASEIFICIO.

«Abbia-

mo la precisa volontà – prosegueDe-

serti – di far evolvere la tradizionale

figura del casaro in un operatore

di filiera in grado di parlare diret-

tamente con gli chef, per esempio.

In periodi nei quali il cliente di un

ristorante di livello vuole conoscere

la provenienza delle materie prime,

avere il ParmigianoReggianoda que-

sto o quel caseificio significa poter

contare suunprodotto chehaunpro-

filo aromatico e sensoriale peculiare

e che può raccontare una storia, in

alcuni casi secolare, elemento molto

apprezzato dai consumatori in Italia

e all’estero. Credo che “adottare un

caseificio” da parte di un ristorante

sia un’attenzione maggiore nei con-

fronti del cliente che sa più infor-

mazioni su cosa sta mangiando, ma

anche una possibilità concreta per

i caseifici di vedere corrisposto il

loro lavoro, soprattutto in una con-

giuntura economica nella quale le

quotazioni del parmigianoReggiano

subiscono tensioni al ribasso».

TRADIZIONE IN EVOLUZIONE.

Tra i caseifici ospiti della Parmigiano

Reggiano Identity, il Caseificio Zoc-

ca di Modena, in attività dal 1966,

che trasforma il latte proveniente da

capi di Bianca Modenese, una razza

tradizionale oggi limitata a poche

centinaia di unità suddivise in una

ventina di allevamenti di piccole di-

mensioni. La peculiarità di questa

materia prima è la ricchezza di k-

caseina, una proteina che rende il

Parmigiano Reggiano adatto a una

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

300 g di topinambur; 40 g di scaglie di Parmigiano Reggiano; 3 rametti di timo; 1 spicchio

d´aglio; insalata per guarnire; olio extravergine di oliva; aceto di mele; sesamo tostato;

per l´impasto

; 175 g di farina 00; 75 g di farina di semola; 1 uovo intero + 7 tuorli; 20 g

di timo tritato; 15 g di prezzemolo tritato finemente; 10 g di rosmarino tritato finemente.

PROCEDIMENTO

In una ciotola o in una impastatrice, unire l’uovo, i tuorli, le erbe, le farine e impastare fino

a ottenere un impasto omogeneo. Avvolgere l’impasto con carta trasparente o sottovuoto

e porre a riposare in frigorifero per circa 3 ore. Nel frattempo portare a ebollizione una

pentola di acqua con l’aglio e il timo. Tagliare a piccoli pezzi il topinambur e porlo nell’acqua

profumata con l’aglio e il timo. Far sobbollire fino a quando si ammorbidisce. Una volta cotto,

passarlo al mixer unendo l’olio extravergine di oliva per ottenere una purea omogenea. Tirare

la pasta in modo sottile e formare dei ravioli con il ripieno di topinambur. In una padella

scaldare leggermente un cucchiaio di olio extravergine di oliva, rosolarvi leggermente i

tortelli poi cuocere in abbondante acqua salata. Una volta venuti a galla, raccogliere i ravioli

con una schiumarola. In una ciotolina, emulsionare l’olio extravergine di oliva, l’aceto di mele

e il sesamo tostato. Adagiare i ravioli su un piatto da portata, guarnire con l’insalata e le

scaglie di Parmigiano Reggiano poi condire il tutto con il dressing al sesamo.

CUOCO AUTORE:

HERBERT HINTNER

RISTORANTE ZUR ROSE, SAN MICHELE APPIANO

lunga stagionatura. All’opposto, il

Caseificio Bertinelli, nel parmense,

che spinge sul pedale dell’innovazio-

ne e realizza il primo Parmigiano-

Reggiano kosher, che ha suscitato

un grande interesse soprattutto sui

mercati internazionali. In attività

dal 1959 il Caseificio Sant’Anna di

Anzola dell’Emilia (Bo) dagli anni

’90 realizza Parmigiano Reggiano

Bio, partendo dai propri foraggi in

Pasta tiepida alle erbe

con topinambur su insalata

primaverile

un’ottica “a ciclo chiuso”, oppure

il caseificio Scalabrini dal 1940 a

Ghiardo di Bibbiano (Re) che pro-

duce Parmigiano da vacche rosse

reggiane e attinge l’energia elettrica

da due impianti fotovoltaici per com-

plessivi 120 Kw/h. Perché rispettare

la tradizione non è solo scimmiottare

il passato, ma guardare al futuro

tenendo ferma la barra dei valori e

della qualità del prodotto.