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AGO. SET. 2015

46

S

i dice vino lombardo e si

pensa subito alle bollicine,

in particolare alla Francia-

corta la cui notorietà ha ra-

pidamente valicato i confini nazio-

nali, al Garda o all’Oltrepò Pavese.

Meno noto il patrimonio dei rossi

lombardi, che mostra areali più pic-

coli, con un consumo prettamente

locale e un livello di conoscenza

complessivamentepiù ridotto. Tutta-

via, anche nei rossi la Lombardia del

vino è capace di esprimere prodotti

di qualità elevata, con personalità

spiccata e grandi potenzialità evo-

lutive. Il fenomeno è ancora agli

albori, ma i rossi lombardi potranno

rappresentare una delle più affasci-

nanti sorprese che l’Italia enologica

sarà in grado di esprimere a livello

nazionale e anche in chiave export

negli anni a venire. Ad oggi la zona

vinicola più importante per i rossi

della Lombardia è senza dubbio la

Valtellina, nella sua zona settentrio-

nale, caratterizzata da una viticoltu-

ra di montagna, tra terrazzamenti e

vendemmie manuali.

I ROSSI VALTELLINESI, il Valtellina

Superiore e lo Sfursat, sono a ba-

se Nebbiolo, chiamato localmente

Chiavennesca, quindi rossi adatti a

lunghi invecchiamenti, ma natural-

mente contrassegnati da una mag-

giore freschezza rispetto a Barolo e

Barbaresco. In particolare lo Sfur-

sat, vinificato da uve sottoposte ad

appassimento, ha una complessità

al naso e una rotondità alcolica al

palato che ne fanno uno dei più

importanti rossi italiani. Nell’Ol-

trepò Pavese, terra di spumanti, il

rosso è stato visto per anni come

un vino comune da autoconsumo:

oggi da questa zona vinicola stan-

no emergendo etichette interessanti,

realizzate con uve Barbera, Pinot

Nero e Cabernet, insieme alle locali

Croatina, Uva Rara, Vespolina.

Buoni segnali anche dal Garda e

dalle altre piccole denominazioni

del bresciano (Botticino, Capriano

del Colle, Cellatica), mentre il trend

di crescita che sta riguardando il

Lambrusco sta interessando anche

quelloMantovano, realizzato a nord

del fiume Po, con le sue caratteristi-

che peculiari che lo differenziano

dal più famoso cugino emiliano.

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DI PIETRO CINTI