AGO. SET. 2015
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sione sono direttamente con-
nesse altrepatologiedel cuore
e, più in generale, della circola-
zione arteriosa.
IL SALE NASCOSTO.
Una
grande quantità di cibo indu-
striale è ricca di sale. Patatine
fritte, salatini, cracker, maione-
se, i cibi precotti, le impanatu-
re, anche quelle destinate ai
bambini, la carne conservata
contengono quantità di sale
davvero importanti.
Tra i cibi più comuni pane, piz-
za e latticini sono quelli che
portano la maggiore quantità
di sale nel nostro corpo senza
che ce ne possiamo rendere
conto.
QUANTO, COMEEQUANDO.
Leorganizzazionimedichepiù
accreditate stanno sviluppan-
do campagne per la riduzione
del sale alimentare. L’obiettivo
principale è quello di creare
consapevolezza perché, effet-
tivamente,leazionidelsingolo
cittadino sono semplici da ap-
plicare. Pensate per esempio
alla quantità di sale che ritene-
te giusta da aggiungere ad un
piatto di pasta in cottura. Eb-
bene, in soli tre giorni ci si può
abituare come gusto allametà
del sale che siamo abituati ad
utilizzare.
È chiaro che abbiamo pochis-
simo potere nei confronti dei
cibi confezionati o precotti,
così come su quelli preparati
da altri. Ma una scelta oculata
negli acquisti può permettere
dei cambiamenti molto im-
portanti.
Abituarsi adunaminore quan-
tità di sale nei cibi comuni, di-
minuire il consumo di pane e
scegliere quello prodotto con
minore quantità di sale; evita-
re i cibi palesemente salati per
ragioni industriali e di profitto.
Non tenere il sale in tavola. Im-
parare l’uso di alternative al
sale come le spezie o il goma-
sio. Quest’ultimo consiste in
una polvere costituita per 10
parti di sesamo tostato e una
di sale marino integrale. Se ne
sparge una discreta quantità e
molto presto ci si abitua al suo
sapore.
IL MIGLIOR SALE.
Il mercato
offre diverse tipologie di sale.
Intanto si fa la distinzione tra
sale marino e sale minerale o
salgemma. Tra questi ultimi,
poi, si è sviluppata una grande
varietà di offerte.
Il sale marino si trova sostan-
zialmente in tre forme: raffina-
to, iodato, integrale. Il difetto
del sale raffinato è che perde
qualunque tipo di scoria, per
cui ci porta sodio purissimo,
dunque in maggiore quanti-
tà a parità di peso. Lo iodato è
entrato in auge nella fine degli
anni 60 nel mondo occiden-
tale allo scopo di sopperire a
certe carenze di iodio nelle ac-
que di alcune zone. Il sale ma-
rino integrale non è raffinato e
trasporta con sé una maggio-
re quantità di sali minerali e
di principi attivi. Tra tutti è il
migliore da utilizzare, sia per
ragioni di salute che di genu-
inità dei cibi.
Tra le alternative terrestri tro-
viamo il sale estratto dalle
montagne di diversi angoli
della terra, probabilmente
in grado di conferire sapori
particolari a certi cibi. Unen-
do i principi di etica e salute
con la modernità della glo-
balizzazione possiamo dire
che questi sali particolari
possono essere utilizzati per
soluzioni culinarie specifiche
ed occasionali. Nella quoti-
dianità il sale marino integrale
di provenienza locale rispetta
certamente i principi dellabio-
diversità, dell’etica alimentare
e della salute.
QUALCHE IDEA PRATICA.
Imparare l’utilizzo delle spezie
che possano insaporire i cibi in
modo originale. Coriandolo,
aglio, cipolla, curry, sesamo,
semi di finocchio, limone sono
soltantoalcunedelleproposte
che si possono sperimentare.
Accanto a queste sarebbe in-
teressante imparare l’uso delle
alghe, tenendo presente che
alcune di queste, molto facili
da trovare in commercio, sono
particolarmente ricche di so-
dio e dunque vanno utilizzate
conmoderazione.
Imparare e proporre, come al-
ternativa, l’uso del gomasio.
Nonmetterelasalieraintavola.
Nei ristoranti potrebbe essere
utile mettere in evidenza nel
menu il fatto che non c’è sale
in tavola perché se ne sconsi-
glia l’aggiunta per ragioni di
salute. Si potrà altresì indicare
che sono disponibili alternati-
ve più salutari.
Una piccola carta del sale, che
nedescriva leproprietà e le ca-
ratteristiche, potrebbe essere
elemento distintivo di atten-
zione ai dettagli.
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