Qualitaly_74 - page 46

APR. MAG. 2013
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A
lcuni vini possono di-
ventare vittima del loro
successo. È capitato al
Chianti, che nel nostro
Paese rappresenta ormai da più di
tre secoli la denominazione di vino
rosso da pasto per eccellenza, ma
che negli ultimi anni ha sofferto
di un crescente fenomeno di ba-
nalizzazione. Agli occhi dei con-
sumatori, in altre parole, i diversi
Chianti disponibili sul mercato han-
no progressivamente perso la loro
distintività, e hanno cominciato ad
essere valutati e scelti sempre più
in funzione del solo prezzo.
Oggi la situazione sta cambiando. Il
Chianti, innanzitutto, ha ormai ac-
quisito una sua più precisa identità
nei confronti del Chianti Classico,
denominazione che fa riferimento a
una più ristretta area di produzione.
In secondo luogo molti produttori
di Chianti hanno cominciato a la-
vorare sulla qualità, investendo in
nuovi metodi di coltivazione e di
vinificazione delle uve e ricorren-
do a moderne tecnologie di cantina
(controllo delle temperature, mace-
razioni post-fermentative sulle buc-
ce, frequenti rimontaggi e follature,
etc). Con l’obbiettivo di dar vita a
vini più intensi e fruttati c’è chi ha
anche cominciato a rispolverare
l’antico metodo del “Governo all’u-
so toscano”, che prevede una dop-
pia fermentazione del vino grazie
all’aggiunta di uva precedentemente
appassita.
Una sfida,
quella lanciata dal
Chianti, che è passata anche da una
serie di recenti revisioni del disci-
plinare di produzione, che sono ri-
usciti a valorizzare il vitigno base
Sangiovesema che allo stesso tempo
hanno concesso entro certi limiti
anche l’uso di varietà internazionali.
Insomma, nel canale della ristora-
zione molti Chianti hanno oggi tutti
i requisiti per incontrare i favori di
un vasto segmento di consumatori,
giovani compresi, alla ricerca di vi-
ni piacevoli, facilmente abbinabili e
con un interessante rapporto prezzo/
qualità.
A sottolineare quest’inversione di
rotta sono apparse sul mercato anche
alcune interessanti innovazioni di
packaging, che rendono le bottiglie
oggetti esteticamente più piacevoli
da portare in tavola.
Il Chianti, 300 anni
e non sentirli
Una denominazione
che si lascia alle
spalle un’intensa fase
di cambiamento e
che oggi vale la pena
riscoprire.
Vini più
morbidi e fruttati,
da consumare anche
come aperitivi
IN TAVOLA
di Nicolò Regazzoni
1...,36,37,38,39,40,41,42,43,44,45 47,48,49,50,51,52,53,54,55,56,...60
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