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AVVOCATI
Lo studio segue “il mondo del djing, che è molto particolare dal punto di vista
giuridico, considerata la quasi totale assenza di regolamentazione del settore e
la complessità dei vari diritti che sono coinvolti”.
Lo studio dell’avvocato Giorgio Tramacere apre le porte a produttori, cantanti,
registi, attori, manager, dj e coloro che si occupano di spettacolo in generale.
“In questi ultimi anni la musica e il cinema hanno subito un profondo e radicale
cambiamento dovuto, da una parte, al rapido progresso tecnologico che ha com-
pletamente stravolto il modo di produrremusica e cinema e, dall’altra parte, dal
cambiamento delle strategie di comunicazione e di distribuzione delle produzioni
medesime”.
L’avvocato Patrizio Visco è specializzato nell’area della proprietà intellettuale,
con riferimento al diritto d’autore e ai diritti connessi nel campo musicale.
“Per esso si intendono estensivamente il ramo fonografico (rapporto artista/
produttore = produzione discografica) nell’ambito delle tipizzazioni primarie
e secondarie; il ramo editoriale (rapporto autore/editore); le sincronizzazioni
(pubblicitarie, cinematografiche, etc); il live (show, tournée, rassegne e festival,
convention, eventi speciali etc.); l’emittenza radio-televisiva; l’indotto delle
sponsorizzazioni, del merchandising, dell’endorsement e tutto quanto circostan-
te l’attività creativa. Lamia propensione è stata fin dall’inizio degli anni ottanta,
quella di tutelare le parti c.d. ‘deboli’ dei rapporti negoziali: autori, artisti, indi-
pendenti et similia”.
Lo studiodell’avvocatoMarcoRapini si occupadi copyright, contratti di licenzadi-
scografica internazionale e tutto quanto riguarda contenuti protetti da copyright
su internet e telefonia mobile. Che i dj abbiano diritto di usare liberamente ogni
tipo di materiale per poter esprimere le proprie capacità artistiche, per l’avvo-
cato Rapini è fuor di dubbio. “In fondo ogni cosa che viene suonata genera quanto
meno un diritto di pubblica esecuzione, pertanto la scelta del dj di utilizzare un
brano piuttosto che un altro ha una notevole rilevanza. La questione della copia
lavoro così come quella della copia privata in genere è delicata ma troppo spesso
fraintesa. Tutti considerano ogni tipo di onere finanziario che grava sull’utilizzo
della musica come una ‘tassa’. La realtà è diversa, si tratta sempre di compensi
che poi dovrebbero essere ripartiti tra i vari aventi diritto. Purtroppo in Italia
manca la cultura della proprietà intellettuale”.
Il dipartimentodi proprietà intellettualedello studioNCTMdell’avvocatoLorenzo
N
L
Giorgio Tramacere
Marco Rapini
“Il quadro normativo nel settore delle discoteche è
ancora poco chiaro. E SPESSO LE
associazioni di categoria
INTERVENGONO A SBRIGARE LE PRATICHE MENO CHIARE”
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