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er la frequente ricorrenza del fatto oggetto della sentenza in com-
mento, si segnala la sentenza della Suprema Corte di Cassazione Pe-
nale, sez. V, del 21 settembre 2012 n. 43184 (depositata l’8 novem-
bre 2012) con la quale I Supremi Giudici hanno ritenuto sussistente il
reato di cui all’art. 57 C.P. (reati commessi col mezzo della stampa
periodica) nel caso in cui il direttore di un giornale aveva consentito la divul-
gazione di un articolo di stampa in cui si asseriva, contrariamente al vero, che
presso un esercizio commerciale era stato accoltellato un “buttafuori” a opera
di un cliente del locale. In particolare, la Suprema Corte con tale decisione ha
affermato due importanti principi:
Il primo:
“Non solo una persona fisica, ma anche un’entità giuridica o di fat-
to - una fondazione, un’associazione o una società - può rivestire la qualifica
di persona offesa dal reato di diffamazione o di reati commessi con il mezzo
della stampa”;
Il secondo:
“La reputazione è pregiudicata anche dalla divulgazione di notizie
comunque idonee ad intaccare l’opinione tra il pubblico dei consociati. Per-
tanto, non solo “atti” posti in essere dalla persona offesa, ma anche abitudini,
attitudini e qualità (negative, ovviamente) ad essa attribuite e persino situa-
zioni equivoche in cui venga indebitamente collocata possono essere idonei
ad offendere il bene protetto e, quindi, a integrare il reato, in quanto trattasi
di reato a forma libera. Allorchè, poi, si tratti di un ente commerciale, la no-
L’AVVOCATO
LOCALI lesI da
REATI
a mezzo stampa
La reputazione non è costituito solo dalle qualità personali, ma anche dall’immagine che un
soggetto ha costruito di sé nel proprio ambito lavorativo. Per questo secondo la Corte
di Cassazione può essere oggetto di diffamazione anche a un’entità giuridica o di fatto
“anche un’entità giuridica o di fatto può oggi rivestire la
qualifica di persona offesa dal reato di diffamazione
o di
reati commessi con il mezzo della stampa”
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