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GENNAIO/FEBBRAIO 2015
Undiverso elementodi personalizzazione
è poi la possibilità, concessa da alcune
Coop, di segnalare in radio durante l’o-
rario di apertura i compleanni o altre
ricorrenze dei loro dipendenti. “È un bel
riconoscimento per i dipendenti, che crea
per giunta un bel clima con i clienti”
spiega Marchetta.
Musica e parole
Gli elementi sono sempre quei due: i
brani musicali e gli intermezzi parlati.
Le diverse ricette hanno a che fare col
contenuto di ciascuno e col modo in cui
vengono miscelati.
“Abbiamo verificato delle regole che
secondo noi funzionano” dice Petrella:
“Spot: brevi e incisivi, e non troppo in-
farciti di informazioni. In secondo luogo
l’alternanza un brano-uno spot non fun-
ziona: meglio programmare due, tre o
quattro brani e poi fare un’interruzione,
magari accorpandovi due messaggi.
Infine va cambiato anche il tipo e l’in-
tensità dei messaggi promozionali: più
diluito la mattina, in cui si immagina che
si faccia la spesa con tempi più rilassati,
più pressante nelle ore serali in cui la
clientelamagari uscita dal lavoro acquista
più frettolosamente”.
MARKETING
MassimoMarchetta di Radiocoop aggiunge: “Non faccia-
mo caroselli di spot, ma alterniamo una canzone e uno
spot. Il palinsesto è, infatti, costituito dalla sequenza di
unbranomusicale e un intermezzoparlato (pubblicitario
e/o informativo), di breve durata.
Nel caso in cui fosse uno spot commerciale, la comu-
nicazione è chiara e diretta. Sono solo evidenziate le
caratteristiche del prodotto, il prezzo ed eventualmente
la sua ubicazione all’interno del punto vendita. In questo
modo lo spot è percepito dal socio/consumatore come
reale servizio d’orientamento e non come pubblicità
di un prodotto a scapito di un altro o ancor peggio di
pubblicità fine a se stessa.
Dedichiamo la massima attenzione alla musica, con un
mood che abbiamodefinito ‘soulare’, e grande attenzione
ai gruppi emergenti o indipendenti. Radiocoop cerca
infatti di favorire la programmazione di avanguardie
musicali e movimenti innovativi legati al mondo delle
etichette indipendenti, promuovendone la diffusione
solitamente negata dai circuiti tradizionali”.
Infine Roberto Pinna di Radio Personalizzata: “Radio
Personalizzata, ha la mis-
sion di divertire, prima di
ogni cosa, l’ascoltatore.
Ciò deve avvenire attra-
verso la scelta di voci par-
ticolarmente gradevoli e
brillanti. Allo stesso mo-
do, il palinsestomusicale,
deve offrire una compila-
tion sempre aggiornata di
musica contemporanea,
attenta alle nuove uscite discografiche italiane e inter-
nazionali. Con una percentuale di canzoni lente non
superiore al 20% della programmazione.
Con queste basi, possiamo pensare di incontrare i favori
del nostro cliente/ascoltatore, e quindi, di trovarlo più
disponibile, nel momento in cui proponiamo l’acquisto
di un prodotto. La parte musicale, nel 100% dei casi, è
lasciata totalmente alla nostra libera interpretazione.
In questi ultimi due anni, il Music Designer è diventato
una figura praticamente indispensabile per una grande
azienda. Anche le più importanti agenzie di comunica-
zione, sono ‘costrette’ a rivolgersi a realtà come le nostre,
per soddisfare questa nuova, fondamentale, esigenza
del mercato. Ovviamente, il Music Designer, non è altro
che una delle tante declinazioni del DJ.
Non puoi fare questo lavoro, se non sei un DJ. Ci vuole
una conoscenzamusicaleprofonda e vastissima, per dise-
gnare e raccontare, in musica, l’identità di un brand”.
S
LA PROGRAMMAZIONE DI OGNI
PUNTO VENDITA È IL FRUTTO
DELL’ASSEMBLAGGIO DI PIÙ LIVELLI.
IL PRIMO LIVELLO È QUELLO NAZIONALE
.
(MASSIMO MARCHETTA)




