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GENNAIO/FEBBRAIO 2015

store come veicoloper informare/formare

il personale”.

Detto questo, a cosa serve davvero una

radio in store? “Non si tratta di pubblicità

in senso stretto” spiegaMassimo Petrella.

“In fondo chi ascolta si trova già all’inter-

no di un punto vendita, quindi non deve

essere convinto a scegliere quel determi-

nato supermercato, ma deve piuttosto

‘sentirsi parte di un mondo’, percepire

un determinato lifestyle, oltre che es-

sere informato di una serie di offerte

o occasioni”.

Gli fa eco

Roberto Pinna

, del

Network

Radio Personalizzata

: “Mentre nella ra-

dio generalista, gli spot presentano un

prodotto, che poi il consumatore/ascol-

tatore dovrà andarsi a cercare altrove,

nella radio in store, il prodotto è già

lì. Quindi si lavora soprattutto sull’indu-

zione all’acquisto, attraverso un grande

lavoro di persuasione, basato su testi e

musiche studiati per giorni e giorni”.

La chiave

è la personalizzazione

Su una grande necessità di personaliz-

zazione concordano tutti gli intervistati,

anche se le formule messe in atto da

ciascuno differiscono.

“La personalizzazione è fondamentale”

sostiene Petrella.

“Non ci si può permettere di offrire delle

radio ‘precotte’, uguali per qualsiasi ca-

tena di negozi. Noi da sempre facciamo

una programmazione diversa per ogni

punto vendita anche all’interno di una

stessa catena.

Ogni supermercato poi ha la sua speci-

ficità. Per esempio per una catena che

punta molto sull’italianità programmia-

mo brani quasi esclusivamente italiani.

Il palinsesto musicale cambia a seconda del momento

della giornata e del giorno della settimana (piùmorbido

la mattina, più energico il pomeriggio”.

Aggiunge Pinna: “Nel Network Radio Personalizzata,

la programmazione, viene diversificata soprattutto

per quanto riguarda i contenuti, che, giustamente,

possono essere diversi, a seconda delle promozioni e

delle offerte che variano a livello areale, regionale, o

addirittura da città a città”.

Ma per Roberto Pinna la per-

sonalizzazione non vale per

la musica: “Ben diverso è il

discorso musica. Una volta

capito e introdotto il format

musicale del brand, difficil-

mente viene diversificato: la

musica del brand è quella,

ed è uguale per ogni punto

vendita. Riteniamo abbastan-

za superato e anacronistico anche il concetto di fascia

oraria.

Se identifichiamo una canzone, adatta alla stationality

di un brand, la suoniamo indifferentemente a qualsiasi

ora. Perché siamo sicuri delle nostre scelte”.

Parzialmente diverso poi il caso di Radiocoop, oggi

Ra-

diocoopTV

, storica radio interna all’universo Coop, ma

che pure deve sopperire a necessità di diversificazione

analoghe a quelle delle altre aziende di radio in store.

“Nasciamo nel 1997, agli albori della radio in store, che

fino a quel momento si limitava a essere una specie di

filodiffusione” racconta il direttore

MassimoMarchet-

ta

. “La radio in store è una forma di comunicazione

che è partita in sordina ma che si è sviluppata in modo

interessante. La programmazione di ogni singolo punto

vendita è il frutto dell’assemblaggio di più livelli.

Il primo livello è quello nazionale.

Le direttive di marketing arrivano da Coop Italia, che

commissiona anche dei contenuti, i quali vengono

proposti nelle varie cooperative (ad esempio Coop

Adriatica per Emilia e Veneto). Non è scontato che le

cooperative accettino i contenuti del Nazionale. Ponia-

mo ad esempio il caso di un’iniziativa solidale proposta

a livello nazionale ma che in un determinato territorio

è appena stata fatta. Il grado di personalizzazione è

alto perché su dodici passaggi orari, Coop Italia ne

copre in media due o tre, mentre tutti gli altri sono

appannaggio della singola cooperativa (dai sei agli

otto) o del singolo punto vendita (dai due ai quattro).

È un lavoro complesso, perché gestiamo più di 900

punti vendita Coop, Librerie.Coop. Enercoop e SAIT (su

1.200 totali: alcuni, infatti, usano strutture esterne)”.

CHI ASCOLTA LA RADIO IN STORE DEVE

PIUTTOSTO ‘SENTIRSI PARTE

DI UN MONDO’, PERCEPIRE

UN DETERMINATO LIFESTYLE

(MASSIMO PETRELLA)

NELLA RADIO IN STORE, IL PRODOTTO

È GIÀ LÌ, QUINDI SI LAVORA SOPRATTUTTO

SULL’INDUZIONE ALL’ACQUISTO

(ROBERTO PINNA)