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SETTEMBRE/OTTOBRE 2014
Le differenze di alimenta-
zione sono parallele alle
differenze di cultura, d’i-
struzione, di educazione.
L’abuso di zuccheri è un
fenomeno di classe, come
l’obesità, la crisi economi-
ca o l’analfabetismo», dice
Augé.
I poveri quindi sono con-
dannati al cibo low-cost
dei fast-food e dei prodotti
industriali non solo dalla
scarsità di risorse econo-
michema dal basso livello
di istruzione e dalla per-
dita delle tradizioni per
sradicamento (vedi gli
immigrati che affollano i
tavoli di McDonalds nelle
grandi città).
Locale è il nuovo mantra
Eppure non sono solo i ricchi gourmet a ricercare le
tradizioni culinarie “povere” (chilometro zero, biologico,
no-ogm, dieta mediterranea).
L’interesse verso prodotti di tradizione ma di pregio
come parmigiano ed olio EVO, birre artigianali e vini
naturali, e la riscoperta di tradizioni contadine del pas-
sato che hanno poco o nulla a che fare con la propria
storia è più ampio.
Il richiamo alle produzioni locali è evidente al bar e al
supermercato, nel ristorante e nell’area di servizio, e
pure nei take-away di mezza Europa.
¬
2,1
I MILIARDI DI PERSONE
SOVRAPPESO NEL MONDO
NEL 2013
671
MILIONI DI OBESI
NEL MONDO NEL 2013
+47,1%
L’AUMENTO DELL’OBESITÀ TRA BAMBINI E
ADOLESCENTI (1-19 ANNI) NEL MONDO
DAL 1980 AL 2013
+27,5%
L’AUMENTO DELL’OBESITÀ
TRA ADULTI (+ DI 20 ANNI)
NEL MONDO DAL 1980 AL 2013
ALLARME OBESITÀ
AUMENTA LA POPOLAZIONE MONDIALE IN SOVRAPPESO
C
ome si riconosce un alimento “della tradizione”?
Grande importanza ricoprono il packaging, l’ambientazio-
ne. Anche all’estero si cerca l’autenticità, non ci si lascia
più abbindolare dalla prima bandiera tricolore ma si vuole sapere
da dove proviene quella pasta o quel formaggio, si pretende
una storia: del territorio, di chi l’ha coltivato, di chi ha lavorato la
materia prima.
Tanto che il chi diventa quasi importante quanto il come.
Le tradizioni viaggiano e si moltiplicano. E anche i gusti evolvono,
seguendo il mutamento degli stili di vita e delle conoscenze: da
qui la vittoria delle cucine italiana e giapponese sulla francese.
Cambiano le colture, i metodi di produzione, le acque ed i terreni.
Man mano che il mondo si allarga entrano nuovi sapori e nuovi
prodotti.
I piatti più famosi della tradizione italiana del resto si basano su
ingredienti portati dalle Americhe nel XVI secolo e adottati assai
dopo.
E se la comparsa di platano e Dragon Fruit nei mercati rionali
e nei minimarket etnici facesse nascere nuovi ibridi e nuove
tradizioni?
MA LA TRADIZIONE È SEMPRE “ORIGINALE”?
Fonte: Lancet
L’universo
dei prodotti tipici
italiani
500
FORMAGGI
E CULTIVAR OLIVE
264
PRODOTTI DOP, IGP, STG
523
PEZZI VENDUTI
1...,61,62,63,64,65,66,67,68,69,70 72,73,74,75,76,77,78,79,80,81,...86
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