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SETTEMBRE/OTTOBRE 2014
è
da sempre lo specchio dell’organizzazione
di una società. Non a caso Marc Augé, an-
tropologo noto ai più come “il sociologo
dei non luoghi”, sul cibo nell’era globale
ha concentrato la sua attenzione.
«La questione dell’alimentazione (della sua produzione,
della sua distribuzione e del suo consumo) è al cuore
della questione sociale. D’altra parte il cambiamento
di scala delle attività umane, il cui contesto è oggi in
definitiva mondiale, rappresenta il fatto maggiore della
nostra epoca», ha spiegato in una conferenza legata ad
Expo 2015 lo scorso giugno.
Cibo (cattivo) per tutti
Dunque il cibo si globalizza, viaggia più delle persone
(che già si muovono come mai prima nella storia), ap-
piattendo le differenze e le varietà locali.
In una società sempre più diseguale, tra i diversi Paesi
ma soprattutto all’interno dei Paesi stessi, sorge un
paradosso.
Il cibo globalizzato, che replica ovunque la prepara-
zione fast e l’eccesso di grassi e calorie, facilmente
accessibile a poco prezzo, è quello dei poveri. Mentre
l’alimentazione dei poveri di una volta, dei pescatori
e dei contadini a base di verdure e legumi locali, che
si è scoperta sana, si trova nei ristoranti stellati e nei
negozietti biologici frequentati da gourmet ben istru-
iti e che si possono permettere di spendere qualche
cosa in più, perché sanno che è importante investire
nell’alimentazione.
«Ciò che si rafforza oggi è il divario tra coloro che so-
no vicini al mondo della conoscenza e della scienza e
coloro che ne sono definitivamente esclusi.
Dimmi che cosa mangi
e ti dirò chi sei
ALIMENTAZIONE
IN UNA SOCIETÀ SEMPRE PIÙ DISEGUALE E OMOGENEIZZATA, IL MODO IN CUI CI SI ALIMENTA
DIPENDE DAL PROPRIO LIVELLO CULTURALE ED ECONOMICO. LE TRADIZIONI LOCALI SI DIFFONDONO
MA PER MOLTI L’UNICA OPZIONE È IL CIBO A BASSO COSTO, INDUSTRIALE, FAST E IPERCALORICO
di Anna Muzio @AnnMuz
LA GRANDE DISTRIBUZIONE DELLE
CATENE ALIMENTARI RIGUARDA UNA
CLIENTELA CHE DISPONE DI SCARSE
RISORSE E PROPONE UN’ALIMENTAZIONE
NON EQUILIBRATA.
(MARC AUGÉ)
