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FEB. MAR. 2017

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IN SALA

DI ELENA CONSONNI

Voucher, tirocini, contratti di vario tipo: ecco qualche dritta per individuare

le modalità più indicate per il proprio esercizio

Il personale: come scegliere

il contratto migliore

È

fuori di dubbioche il livel-

lodel personale contribu-

isca in maniera pari - se

non addirittura superiore

- alla qualità della cucina, al succes-

so o meno di un pubblico esercizio.

Altrettanto fuori discussione è il fat-

to che in Italia il costo del lavoro

sia molto alto e che quindi incida in

maniera significativa sul business di

un’attività di ristorazione. Ecco per-

ché è importante per un ristoratore

scegliere bene i propri dipendenti e

la forma di contratto giusta per le

esigenze della propria attività, even-

tualmente procedendo per gradi.

Si può creare occupazione anche

tramite i voucher, oggetto di acce-

se discussioni in questo periodo. «Il

voucher – spiega Matteo Musacci,

Presidente di Fipe Emilia Romagna

– ha un valore di 7,5 euro all’ora,

ma ne costa 10 perché comprende

anche i contributi. Èun sistemamolto

comodo per gestire dei momenti di

criticità (picchi di lavoro, necessità di

una sostituzione improvvisa) perché

per attivare un voucher basta fare

richiesta al portale dell’Inps ed è una

cosa che può fare direttamente il

datore di lavoro, in completa autono-

mia e in qualunque momento della

settimana, compresi i week end. Ci

sono però dei limiti nell’utilizzo: un

lavoratore può percepire fino a 7000

euro l’anno tramite il sistema dei

voucher, mentre il datore di lavoro

Se gli chef, soprattutto quelli più famosi, sono spesso proprietari di

ristoranti, non mancano quelli che prestano la loro opera come consulenti

o che lavorano come dipendenti in ristoranti altrui.

«Io collaboro volentieri con i grandi chef – racconta Giancarlo Deidda

– nella preparazione della stagione, ci aiutano nella messa a punto del

menù e nella formazione del personale».

Nel caso siano dipendenti, il loro inquadramento deve rispecchiare le

effettive mansioni.

«In una cucina, la figura dello chef è di grande responsabilità – sottolinea

Matteo Musacci – non si limita a cucinare, ma ha un ruolo di direzione

e di controllo dei suoi sottoposti. Lo stipendio e la presenza di eventuali

benefit devono tenerne conto».

E gli chef?