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OTT. NOV. 2016

18

IN TAVOLA

È

possibileperunochef on-

nivoro, chenondisdegna

inserire piatti a base di

carne e pesce nel menù,

presentare anche delle proposte cre-

dibili per vegetariani e per vegani, nel

pieno rispettodelleesigenzedi queste

categorie di consumatori? Secondo

EmanueleDi Biase - pastrichef vegan,

coordinatore del corpo docenti della

Veganok Academy, il nuovo progetto

di formazione professionale di Vega-

nok incollaborazione con l’Università

dei Sapori di Perugia – la risposta è

affermativa. E, a sentire lui, pare che

non sia nemmeno troppo complicato.

“Creare un menù per vegani per un

cuoco italiano è la cosa più sempli-

ce – afferma infatti lo chef - vista la

grande cultura che ha il nostro Pa-

ese nell’utilizzare le verdure e che

manca in altre cucine. Tutti gli chef

sono formati nella preparazione di

piatti crudi e cotti a base di verdure

e quindi possono offrire una propo-

sta “base” per quanti, per etica o per

salute, hanno scelto di eliminare le

proteine animali dalla loro dieta. Per

offrire un menù completo anche dal

punto di vista nutrizionale, è suffi-

ciente proporre qualche legume e,

se possibile qualche cereale: miglio,

quinoa, riso integrale, per esempio...

Nulla di trascendentale comunque”.

Non è quindi necessario avventurarsi

nell’utilizzodi ingredienti specifici dei

piatti per vegani, come il seitan o il

muscolo di grano. “Quello – spiega

Di Biase - potrebbe essere il passo

successivo, se lo chef trova un buon

riscontro alle proposte tutte vegetali e

vuole misurarsi con una proposta più

ricca. Non è comunque indispensabi-

le proporre un sostituto della carne

in menù per attrarre il consumatore

vegano”.

INGREDIENTI E ATTREZZI.

Tutto

quello che si utilizza in cucina de-

ve però essere davvero compatibile

con l’alimentazione vegana. Gli ingre-

dienti a cui uno chef onnivoro deve

prestare più attenzione se decide di

cucinare per un vegano sono il latte,

il burro (ammessi invece nella cuci-

na per vegetariani) e, in pasticceria,

la colla di pesce. “Soprattutto per i

primi due – sottolinea – l’abitudine a

usarli come ingredienti o per la man-

tecatura dei piatti può essere tanto

consolidata da farlo sovrappensiero.

Ecco perché proprio a essi bisogna

fare particolare attenzione. Nei dolci,

l’unico dolcificante non ammesso è

DI ELENA CONSONNI

Questione

Gli insegnamenti di

uno chef vegano, e

l’esperienza di uno

onnivoro che propone

anche un menù

vegetariano, spiegano

come cucinare per

questi target sia

possibile, con qualche

accortezza

il miele: non mancano le alternative

nelmondovegetale. Ovviopoi cheun

veganonon sceglieràmai le tagliatelle

all’uovo, ma opterà per una normale

pasta di semola”.

Per rispettare appieno la scelta etica

compiutadaquesti individui, se lochef

sa che ci sono vegetariani o vegani in

sala, deve adottare le stesse precau-

zioni che adotterebbe se si trattasse di

un allergico, di un intollerante o di un

celiaco: utilizzarepentole, strumenti e

taglieri perfettamente puliti. “Niente

di trascendentale – afferma - basta un

po’ di buon sensoedi organizzazione.

Anche utilizzare la cottura sottovuoto

aiuta, perché permette di mantene-

re tutte le proprietà benefiche delle

verdure, che non passano nell’acqua,

e di isolare al meglio un prodotto,

senza rischio di contaminazione con

ingredienti non ammessi. Credo sia

attualmente la massima espressione

della cucina”.

UN’OPPORTUNITÀ ALLA PORTA-

TA DI TUTTI.

Per chi avesse ancora

qualchedubbio, nonmancano imotivi

economici per proporre piatti adatti a

chi segue un regime veg. “Al giorno

d’oggi – sottolinea Di Biase – non

è proprio il caso di precludersi una

foto VEGANOK network

di “cassetto”