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OTT. NOV. 2016

20

IN TAVOLA

me me. E poi voglio trasmettere un

messaggiodi apertura. Anzi, inquesto

modo posso far capire ai non vegani

che anche senza alimenti animali si

può mangiare bene. Il vero vegano,

secondo me, deve adoperarsi per

far correggere quello che di sbaglia-

to avviene negli allevamenti e nelle

grandi industrie, non guardare nel

piatto altrui”.

VEGETARIANI, IL MENÙ È SER-

VITO.

Giorgio Perin è lo chef del

ristorante dell’hotel

MO.OM

di Ol-

giate Olona (Va), a poca distanza

dall’aeroporto di Malpensa ed è

membro di APCI, Associazione Pro-

fessionale Cuochi Italiani. Tre anni

fa ha deciso di arricchire l’offerta del

ristorante con un menù vegetariano.

“Ogni mese e mezzo circa – racconta

- quando cambio la carta generale,

modifico anche quella vegetariana.

È molto chiara la distinzione tra le

due. Sono molto soddisfatto di come

viene accolta: oltre ai vegetariani, è

scelta anche da chi mangia di tutto.

Riusciamo a produrre ottimi piatti

anche senza usare carne e pesce:

ogni proposta è frutto di una ricer-

ca accurata, e gli ingredienti, nella

carta veg come in quella tradizionale,

sono di stagione. Il menù è completo,

dall’antipasto al dolce”.

Per esaltare al massimo le proprietà

delle verdure, Perin usa la cottura

sottovuoto. “Il verde delle zucchine

– spiega – si mantiene più brillante.

Inoltre il sottovuoto ci permette di

evitarequalunque contaminazione in-

crociata. Per gli spinaci, invece, scelgo

la bassa temperatura a vapore a 85

gradi per 4 min, con lo scopo di pre-

servare la clorofilla e i sali minerali e

per dare un’alta resa al prodotto oltre

che impedirne l’ossidazione”.

Avere una carta vegetariana, però

comporta qualche difficoltà. “Sicura-

mente è uno strumento per attrarre

nuovi clienti – racconta Perin – e ci

sono clienti che vengono da noi pro-

prio perché abbiamo questo menù.

Però le richieste sono decisamente

inferiori rispetto ai piatti tradiziona-

li e prepariamo tutto al momento,

eccetto qualche eccezione, questo

complica l’operatività in cucina. D’al-

tro canto oggi per un ristorante è

indispensabile avere una proposta a

base vegetale che non sia la semplice

grigliata di verdure o la torretta di

melanzane col pomodoro”.

ATTENZIONE AD ALCUNI ALI-

MENTI.

Secondo quanto affermato

da Carmen Nicchi Somaschi, Presi-

dente dell’Associazione Vegetariana

Italiana in un recente incontro or-

ganizzato a Milano da mangiaregiu-

sto.it,

ci sono diversi alimenti che

apparentemente sembrano idonei a

vegetariani e a vegani, ma che pos-

sono trarre in inganno, soprattutto

al ristorante. Per esempio pane e

focacce possono contenere strutto;

il formaggio può essere prodotto

con caglio animale, che deriva dal-

lo stomaco dei vitelli e quindi non

è idoneo neppure per i vegetariani;

il vino viene generalmente filtrato

con gelatine animali e migliorato

nell’aspetto con albumine.

Un vegetariano e un vegano consa-

pevoli potrebbero quindi chiedere

queste informazioni suquesti prodot-

ti prima di ordinarli. È bene quindi,

per un ristoratore attento alle esi-

genze di queste categorie di clienti,

informarsi su quello che acquista e

formare il personale di sala perché

possa rispondere correttamente in

caso di richiesta specifica.

partedi clientela in crescita. Creareun

menù per vegani o vegetariani signi-

fica proporsi a un target non ancora

esplorato. Oltretutto, comporre un

menù a base di verdure è molto più

economico che stenderlo utilizzan-

do carne o pesce. Se propongo, per

esempio, un primo a 7 euro, quello

a base animale può costare 4 euro,

quello a base vegetale, 1... perché

non pensare anche a questo aspetto?

Il menù vegan ha quindi tante poten-

zialità. Alle volte basta davvero poco:

un risotto ai funghi piace a tutti, veg

e no. Basta usare l’olio al posto del

burro, portare il formaggio a tavola

anziché metterlo in cucina e il piatto

veg è fatto!”.

Ma davvero un vegano rigoroso an-

drebbe in un ristorante in cui trova

la fiorentina nel menù? “Putroppo la

restrizione mentale esiste in tutti gli

ambiti – risponde Emanuele Di Biase

- ed è sempre un peccato. Io sono

vegano da circa 10 anni e mangio

in qualsiasi ristorante, anche perché

spesso sono con amici o persone che

non posso costringere amangiare co-

foto VEGANOK network

Giorgio Perin