OTT. NOV. 2016
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Un’insalata di Mantra Raw, locale che ha portato
la filosofia crudista a Milano.
Non ne sai nulla? Studia! Per non cadere in fallo è necessario conoscere la
cultura vegetariana e vegana, la differenza tra le due, le richieste dei clienti.
Vegano il ristorante, vegano il gestore: per comunanza d’intenti con la
clientela d’elezione.
Un fornitore come amico: conoscere ottimi fornitori di frutta, verdura e
legumi è essenziale. Le materie prime devono essere ineccepibili, perché
danno il gusto al piatto.
Giustificare il prezzo con la qualità e la freschezza delle materie prime che
devono essere di origine certa, possibilmente a Km zero e biologiche.
No carne no pesce ma anche… evitare materie di provenienza animale
negli arredi.
Take away e mercatino: alcuni prodotti non sono di facile reperimento e
su di loro si basa la qualità e il successo del locale, perché non venderli in
un mercatino? Anche la formula take away aiuta a diffondere il “verbo”.
Sei “dritte” per ristoratori
neovegetariani
parte del menu, emaggiori attenzioni,
a proposte senza carne e pesce, per
quei clienti che hanno scelto di non
consumarne. E che sono sempre di
più. Secondo Eurispes il 7,1% degli
italiani sono vegetariani mentre l’1%
si dichiara vegano, ovvero oltre a
carne e pesce esclude ogni prodotto
di origine animale, compreso miele,
latte, formaggi e uova. Percentuali in
aumento nell’ultimo anno quasi del
3%. Le motivazioni sono tre: il 46,7%
intende migliorare la propria salute e
benessere, il 30% è mosso dalla sen-
sibilità nei confronti degli animali e il
12% dalla tutela ambientale.
Otto italiani su dieci che spesso, in-
seriti in gruppo “onnivori”, condizio-
nano la scelta del locale. Ma sempre
più diffusa è una nuova tipologia,
i flexitariani. Persone che seguono
un modello di alimentazione di tipo
vegetariano, ma non rinunciano ad
alimentarsi di tanto in tanto di pro-
teine animali. Tutti target che non
ci si può più permettere di perdere.
UN GIORNO SENZA CARNE.
Nell’ottica non della rinuncia, ma
della riduzione dei consumi di carne,
un’idea, sperimentata in alcune città
straniere come Barcellona, l’ameri-
cana Aspen e la belga Ghent, è di
riservare un giorno della settimana
a una dieta vegetariana. A Ghent ad
esempio hanno iniziato le mense di
scuole e uffici comunali, seguiti da
numerosi bar e ristoranti.
La campagna Meatless Monday, che
invita a eliminare le proteine anima-
li il lunedì, a favore della propria
salute e di quella del Pianeta, in
Italia è stata abbracciata, tra gli al-
tri, dall’oncologo Umberto Veronesi,
noto vegetariano.
Al ristorante sarebbe un po’ come
proporre delle serate a tema, ed è
un modo per promuovere un pro-
prio menu vegetariano, accreditan-
dosi presso le persone che seguono
questo tipo di dieta.
DALLA TRADIZIONE MEDITER-
RANEA TANTE IDEE.
Certo, cuo-
chi vegani non ci si improvvisa. La
buona notizia è che sono tantissimi
i piatti della cucina mediterranea
ad essere già di per sé vegetariani.
Un esempio su tutti: gli spaghetti al
pomodoro. Verdure, legumi e cereali
sono la base di tutte le cucine re-
gionali, mentre la carne per secoli è
rimasta un’eccezione da consumare
in occasioni speciali, e il pesce per
chi non abitava sulla costa era off
limits. L’abitudine di mangiare car-
ne o pesce tutti i giorni è dunque
relativamente recente. Insomma, se
il Pianeta soffre e ci si prospetta un
futuro di alghe e insetti, le verdure
sono il presente, e si meritano un’at-
tenzione in più in cucina.
Anche l’ambiente conta,
meglio usare materiali grezzi o naturali.
Vietata la pelle! Nelle foto due “vegan”
fiorentini, Il Desco Bistro e Crepapelle.
foto © Francesca Pagliai
foto © Francesca Pagliai




