Table of Contents Table of Contents
Previous Page  17 / 68 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 17 / 68 Next Page
Page Background

L’occupazione di spazio pubblico è regolata dalla legge

287/91. L’autorizzazione può essere richiesta dagli

esercizi e definisce “i limiti e le regole delle occupazioni

temporanee di suolo pubblico per spazi di ristoro

all’aperto, ovvero l’insieme degli elementi mobili posti

temporaneamente sullo spazio pubblico, o privato gravato

da servitù d’uso pubblico, che costituisce, delimita ed

arreda lo spazio per il ristoro all’aperto annesso alle

attività”. L’apposita domanda andrà rivolta alla Direzione

Comunale Attività produttive o ad ufficio appositamente

predisposto che provvederà, sentito il parere della

commissione apposita, al rilascio della relativa

concessione. I costi e la durata della stessa sono regolati

dal comune e sono molto variabili, perché dipendono

dalle dimensioni, dal tipo di attività (bar, ristorante, e

gelateria), e naturalmente dalla zona in cui sorge il locale.

Occupazione spazi, ogni comune ha le sue regole

ATTENZIONEA…

Più coperti e una

maggiore visibilità sono senz’altro

aspetti positivi, ma attenzione: non

sono tutte rose e fiori. Anche l’orga-

nizzazione del ristorante va testata,

assicurandosi che l’aggiunta di tavoli

possa essere sostenuta dal personale

in cucina e in sala, e sarà necessa-

rio probabilmente coinvolgere altre

persone. “Noi preferiamo evitare gli

stagionali e avere sempre un came-

riere in più, poi essendo un’azienda

famigliare ci gestiamo, prendendoci

pause nei periodi invernali quando

c’è meno lavoro” – dice Mambrini.

Una ricerca britannica mostra come

la preoccupazione maggiore nella

scelta del posto dove mangiare all’a-

perto riguarda l’igiene prima, e poi

il servizio. Due fattori da monitorare

costantemente. Essere abbandonati a

un tavolo sotto le stelle da camerieri

che sembrano essersi dimenticati di

voi, magari a un passo dalla strada, in

un ambiente sporco e con la sensa-

zione che l’igiene sia lasciata al caso.

Inoltre, consegnare i piatti all’esterno

ancora caldi e velocemente può non

essere così semplice come sembra.

Una soluzione potrebbe essere quel-

la di coprirli, anche per evitare la

contaminazione da parte di insetti

o foglie secche cadute dagli alberi.

CONSIGLI PERGLI SPAZI ESTER-

NI.

“Per prima cosa è bene consultare

un tecnico, geometra o architetto,

per una verifica normativa e dei re-

golamenti locali – spiega

Claudia

Baldi

, architetto e docente di Retail

Design e Interior Design al Politec-

nico di Milano –. I regolamenti per

l’occupazione dello spazio pubblico

sono comunali, ma anche nel ca-

so si intenda allestire una struttura

in un’area privata, potrebbe essere

necessario chiedere dei permessi”.

Un dehor può essere semplicemente

delimitato con delle fioriere, oppure

chiuso con sistemi sofisticati, che

permettano di adeguarsi alle condi-

zioni climatiche mutevoli e posso-

no essere riscaldati, condizionati o

profumati tramite diffusori, da uti-

lizzare tutto l’anno. “Va considerato

il rapporto tra esterno e interno –

continua Baldi –. Non solo ci deve

essere continuità d’immagine (non

necessariamente identità) tra gli ar-

redi interni ed esterni, ma anche una

sintonia con l’ambiente circostante”.

Non si può utilizzare gli stessi mate-

riali e lo stesso stile, insomma, su una

spiaggia o in montagna. Le oppor-

tunità oggi nel mondo degli arredi

contract sono molteplici, e permet-

tono di creare ambienti accoglienti

e di design. “Il concetto di dehor è

radicalmente mutato nel corso de-

gli ultimi anni – spiega l’architetto

Luisa Battaglia

di

Scab Design

–;

si è passati dal concepire lo spazio

esterno come una zona secondaria e

quasi di servizio, al traslare il living

all’aperto”.

“Inquestoperiodo è in forte tendenza

il prodotto per vivere all’aria aperta,

qualunque sia lo spazio disponibile

e non solo durante le stagioni più

calde – conferma

Floriana Nardi

,

Ceo e Responsabile Marketing e

Comunicazione

Nardi

-. Si cercano

prodotti di design ma anche solidi,

resistenti, facili da pulire e leggeri”.