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AGO. SET. 2016

14

PRIMO PIANO

T

utti fuori. L’estate è la

stagione in cui si ama

trascorrere del tempo

all’aperto per le più sva-

riate attività tra cui, anche, quella di

mangiare. E infatti secondo i dati Fipe

i fatturati del trimestre estivo nella

ristorazione negli ultimi dieci anni

sono sempre tra i più alti dell’anno.

È questo il momento giusto per far-

si nuovi clienti. Un’ottima soluzio-

ne è quella di predisporre dei tavoli

all’aperto. Secondo uno studio della

Cornell University School of Hotel

Administration infatti, si può otte-

65 coperti più una ventina di posti

sulla pedonale, pittoresca piazza dei

Ponziani -. I problemi? Il “tavolino sel-

vaggio”, con l’anarchia che è regnata

per anni aRoma, echehaportatonegli

ultimi tempi a un eccessivo irrigidi-

mento: residenti che si lamentanoper

il rumore, e con i quali non sempre

è possibile dialogare”. È una sorta di

acquistod’impulso, con i tavoli esterni

che invogliano i passanti a entrare e

chiedere un posto. Molti clienti poi

hannodichiaratochemangiando fuori

in un ambiente piacevole e rilassante,

il cibo sembra più buono.

nere un aumento del fatturato fino

al 30%. D’estate dunque, ma anche

in questi ultimi autunni miti, vale la

pena sfruttare la voglia di stare fuori.

I costi (tra progettazione, arredi, oc-

cupazione di suolopubblico) sono fa-

cilmente recuperabili. Perché il dehor

diventa una vetrina del ristorante, un

tableau vivant di clienti che è una

pubblicità al cibo e all’atmosfera del

locale. “Avere dei tavoli all’aperto è

fondamentale a Roma: per sei mesi

il lavoro praticamente raddoppia –

dice

Tiziana Mambrini

, contitolare

della trattoria da Teo a Trastevere,

DI ANNA MUZIO

C’è tanta voglia

Un dehor al proprio ristorante, se ben fatto e in sintonia con lo spirito del locale,

attrarrà i clienti. I costi ci sono, ma i vantaggi sono consistenti, e vanno ben oltre

il numero di coperti in più

di “uscire allo scoperto”