Table of Contents Table of Contents
Previous Page  44 / 68 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 44 / 68 Next Page
Page Background

IN SALA

APR. MAG. 2016

42

forte connotazione territoriale e con

prodotti tradizionali. Pensiamo alla

grappa, fino a qualche stagione fa

completamenteassentedal panorama

delle ricette per via del suo carattere

preponderante; oggi con il lancio di

prodotti più morbidi, invecchiati in

legno, la grappa può essere trattata

come il rum ed è oggetto di una sco-

perta da parte dei barman più sensi-

bili alle novità, così come è avvenuto

per i distillati sudamericani, cachaçae

mescal, qualche anno fa. Io, da buon

trentino, utilizzo la grappa nelle mie

creazioni originali, credo che anche il

mondodei cocktail si debbanutriredi

concetti come il localismo, prendendo

spunti da suggestioni differenti ma

che richiamino la cultura locale e cre-

andosi uno stile personale che non

sia frutto dell’improvvisazione del

momento, ma di uno studio attento

dell’ingredientistica e degli abbina-

menti, anche con il cibo».

FOOD PAIRING.

È una delle ultime

frontiere: l’abbinamento tra cocktail

e pietanze, la comune suggestione

e la contaminazione di questi due

mondi, sempre più convergenti, sta

trascinando, anche in Italia, l’inte-

resse per il bere miscelato. «Fino a

qualche anno fa – prosegue Libardi

– sembrava un’eresia, adesso siamo

di fronte a un patrimonio sterminato

di ingredienti che possono finire nel

bicchiere. Iocollaboroconungiovane

chef per sviluppare cocktail adatti ad

essere consumati mangiando, abbia-

mo creato una ricetta che prevede

l’uso di briciole di cipolla bruciata

(vedi box, ndr), di certoun ingredien-

te non convenzionale. Ma, in modo

simmetrico, anche il lavorodello chef

si sta arricchendo di tecniche e abbi-

namenti proprie del barman, in un

percorso che fa crescere entrambi”.

NO ALL’IMPROVVISAZIONE.

Di

certo una spinta importante al cam-

biamento dell’approccio al cocktail

da parte dei nostri connazionali è

arrivata dall’evoluzione sociale, che

ha portato soprattutto le nuove ge-

o bevande. Inoltre, l’Italia ha una

solida tradizione liquoristica, tanto

che alcuni nostri prodotti storici,

pensiamoal vermut, sono ingredienti

fondamentali di tantissime ricette in

tutto il mondo. Invece, forse per una

forte cultura vinicola che ci carat-

terizza o per una mentalità ancora

strisciante che vede il cocktail come

veicolo per lo sballo, tra i clienti non

si è ancora sviluppato un approccio

più strutturato a questo mondo. Tut-

tavia, le cose stanno evolvendo ra-

pidamente e nell’ultimo decennio il

beremiscelatoha saputo conquistare

una platea più vasta, più matura e

più consapevole».

REINTERPRETARE LA TRADI-

ZIONE

. Una presa di coscienza col-

lettiva che sta passando attraverso

una cultura più profonda da parte

degli attori del bere miscelato, dei

clienti, dei barman e delle aziende

del settore. «Stiamo assistendo –

prosegue Libardi – a una maggiore

attenzione al mondo del cocktail da

parte di aziende storiche, con una

Gian Nicola Libardi

il cocktail -

spiega Libardi

- deve essere

sorprendente alla

vista e piacevole

al palato

ma che sta rapidamente cambian-

do anche contando sulle qualità

intrinseche dei nostri connazionali

quando si parla di food & beverage.

CULTURA IN EVOLUZIONE.

«Vi-

viamo una realtà – spiega Libardi –

nella quale i bartender italiani stanno

facendobene in tutto ilmondo grazie

alla nostra sensibilità al gusto e alla

creatività che da sempre ci accompa-

gna in tutto quello che riguarda cibo